Grande successo per la quinta edizione del Valdettaro Classic Boats, il raduno biennale organizzato dal 4 al 6 settembre 2015 presso il Cantiere Valdettaro nel borgo ligure delle Grazie, all’interno del golfo della Spezia. Ben 43 le imbarcazioni d’epoca e classiche all’ormeggio, tra cui 6 derive storiche. L’evento si è confermato come uno tra i più importanti a livello nazionale. Le regate in mare si sono svolte con il sistema delle ‘sfide dirette’, mentre in banchina sono state allestite tre mostre. Grande cena all’aperto nella serata di sabato per 400 invitati, seguita dallo spettacolo “Andar per Mare” organizzato sull’acqua dallo Studio Festi.
Di Paolo Maccione – Settembre 2015
Fotografie di Paolo Maccione
Collaudato, rodato, ben riuscito!
Nulla da rimproverare. L’efficiente macchina organizzativa, già rodata in occasione delle precedenti edizioni, ha contribuito a confermare il Valdettaro Classic Boats, svoltosi a Le Grazie (SP) dal 4 al 6 settembre 2015, come uno dei più importanti raduni di barche d’epoca a livello nazionale, sia per numero di partecipanti che per la qualità delle imbarcazioni intervenute. Erano presenti ben 43 scafi, tra i quali 6 derive storiche. Il numero saliva a circa 50 se si consideravano anche le imbarcazioni classiche e d’epoca esposte nel piazzale del cantiere, in rimessaggio o su invaso, come uno splendido motoscafo Riva o il gigantesco ketch Black Swan del 1899 in attesa di essere rilevato da un nuovo armatore.
Dunque una manifestazione ben riuscita, che ha dimostrato di crescere edizione dopo edizione. Quest’anno una grande scritta invitava turisti e visitatori ad accedere in cantiere, pulito e ordinato come il sagrato di una chiesa, per unirsi alla festa. Siccome questi eventi non sono organizzati da fantasmi, ma da persone in carne e ossa, è bene fare i loro nomi (e cognomi) a cominciare dal trio composto dall’amministratore delegato del cantiere Ugo Vanelo, dal giornalista spezzino Corrado Ricci e dall’imprenditore fiorentino Francesco Barthel. Tutto si è svolto sotto l’attenta regia di Daniela Laganà del cantiere Valdettaro, che in occasione della grande cena equipaggi di sabato sera ha fatto accomodare 400 persone sul piazzale con vista sulle barche all’ormeggio.
Un’ultima cosa. Avete notato i servizi igienici del cantiere durante i giorni della manifestazione? Sempre agibili e puliti a specchio, con un’addetta che li presidiava praticamente H24. Un dettaglio non da poco, significa volere fare bella figura fino in fondo.
Le imbarcazioni partecipanti
Ecco i nomi della imbarcazioni che hanno partecipato alla quinta edizione del Valdettaro Classic Boats: Albelimar III, Amore mio, Ardi, Artica II, Astra, Aurora, Bamba, Berenice, Bully, Deva, Famalù, Fantasia, Forban 5, Grifone, Ilda, Jacob Meindert, Jadera, Latifa, Marida, Melisande, Meltemi, Miranda III, Mopi, Namib, Oloferne, Orion, Pandora, Parvati, Pegasus, Quinto Remo, Spirit of Chemainus, Tabù, Tagi, Tuna IV, Vagabond. Derive d’epoca (classi ‘A’, ‘U’, ecc.): Alesim, Vergilius, Breva II, Mirabellissima, Regina, Perseo, Carpe diem. Tra le derive d’epoca anche Anatra, un Dinghy 12’ costruito nel 1960. Si tratta di uno dei cinque Dinghy 12’ realizzati dal cantiere ligure Patrone in fasciame lamellare, dunque con lo scafo liscio e non a clinker. Si calcola che in Italia esistano soltanto sette esemplari fatti così. La barca, considerato il tipo di costruzione, anche se in stazza non può competere nelle regate dei Dinghy 12’. Il suo orgoglioso armatore è l’architetto livornese Gino Ciriaci, ben noto tra gli addetti ai lavori per la sua attività di perito navale e la storica pubblicità apparsa per anni sulla rivista Nautica (quella che recitava “Non prendete fregature”, ricordate?). Pare che nel corso della sua carriera Ciriaci abbia periziato la bellezza di circa 5000 imbarcazioni.
Tra i grandi ritorni da segnalare quello di Bamba, l’8 Metri S.I. (Stazza Internazionale) del 1927 dell’armatore milanese Guido Tommasi, restaurato magistralmente dal cantiere Pezzini di Viareggio. Bamba ha conquistato la Coppa Challenge perpetuo per gli 8 Metri S.I. . Un altro 8 Metri S.I., Miranda III del 1938, timonato dal navigatore Fabio Vespa, è risultato invece vincitore della classifica generale.
Non tutte le barche presenti all’ormeggio hanno preso parte alle regate ‘a sfida diretta’, coordinate in mare da Massimiliano d’Elia della Società Velica Forza e Coraggio delle Grazie. Alcune perché scafi a motore, come Meltemi o il rimorchiatore Bully, altre per mancanza di equipaggio (Astra, Marida, Deva, Spirit of Chemainus, Latifa). Poco importa, ciò che veramente contava era essere presenti e ‘fare squadra’.
Probabilmente è stata una delle ultime volte in cui è stato possibile ammirare lo yawl Latifa, splendido due alberi costruito nel 1936 dal cantiere scozzese Fife. La barca, appartenuta per decenni al valente uomo di mare Mario Pirri, pare abbia trovato un nuovo acquirente e potrebbe lasciare i nostri mari per essere trasferita negli USA.
Brutta avventura per la deriva d’epoca Vergilius, che durante una manovra si è riempita di acqua fino al bordo. Fortunatamente non è affondata ed è stato possibile trainarla fino in banchina.
La cronaca
Più che un scontro tra sfidanti all’ultima bolina, il Valdettaro Classic Boats è sembrato un incontro tra amici e appassionati di imbarcazioni storiche. Due le regate disputate nel corso di questa edizione, nelle giornate di sabato e domenica, sempre con vento e sole (a dispetto delle catastrofiche previsioni meteo della vigilia). Durante la regata di sabato Barche d’Epoca e Classiche è stata ospitata a bordo del cutter bermudiano Ilda del 1946 di Patrizia Cioni e Gianni Fernandes, quest’ultimo neo presidente dell’associazione Vele Storiche Viareggio. Domenica invece ci siamo imbarcati sulla goletta aurica Oloferne del 1944 dell’associazione Nave di Carta, al comando del navigatore Marco Tibiletti. In questa occasione avevamo ‘sfidato’ la maestosa goletta Orion del 1910, che non ha impiegato molto per superarci. Abbiamo allora ‘preso di mira’ la goletta a gabbiole Pandora, con la quale è iniziata una competizione bordo su bordo vinta da quest’ultima. I percorsi di regata prevedevano la partenza al centro del Golfo, l’uscita verso la bocca di levante, il raggiungimento della boa gialla presso l’isola del Tino e il ritorno alle Grazie passando dalla bocca di ponente. In banchina era possibile aderire a una serie di iniziative, rivolte soprattutto ai più giovani. Tra queste l’uscita a bordo delle moto d’acqua della Polizia di Stato, le prove di immersione con le bombole, le brevi navigazioni sulla piccola caracca Quinto Remo condotta dal ‘pirata’ Fabio Castiglia e i laboratori per i più piccoli a bordo della goletta Pandora. Difficile annoiarsi.
Le mostre in banchina … e Alex Carozzo
Tre le mostre allestite nei capannoni del cantiere Valdettaro. Nella prima, intitolata “I volti del Mare”, è stato reso omaggio alla collezione delle polene del Museo Tecnico Navale della Spezia, che vanta ventotto sculture sicuramente tra le più belle e raffinate del mondo. Al suo interno le polene erano ‘esposte’ sotto forma di fotografie illuminate dal basso, che proiettavano la loro immagine su specchi d’acqua. Il visitatore, accompagnato dalle voci di Jole Rosa e Marco Ferrari, percorreva una passerella a ‘T’ che lo conduceva fino a una fragile chiglia dell'artista Cecco Ragni, realizzata con chilometri di lenza. Nella seconda mostra, intitolata “A passi di piombo”, sono state esposte le immagini realizzate da Francesco e Roberta Rastrelli, insuperabili fotografi di mare (e non solo, recentemente si sono specializzati anche nei rally). Nel corso di un reportage presso l’Arsenale della Marina Militare della Spezia hanno documentato il lavoro del palombaro, dalla vestizione all’immersione. Attraverso alcuni pannelli informativi il Cantiere Valdettaro ha invece illustrato le varie fasi del recupero di alcuni scafi in legno restaurati dal cantiere stesso. L’esposizione, intitolata “I restauri delle Signore del Mare”, raccontava il ritorno in mare del Sangermani Fantasia del 1949, di Parvati del 1962 (costruzione Bergamini) e Namib del 1966. Proprio a bordo di Fantasia ha regatato anche lo storico dirigente della Lega Nord Roberto Castelli, ex ministro e ex senatore da sempre appassionato di mare e di vela. In passato, oltre a possedere una deriva FD e un 12 metri del cantiere Jeanneau, aveva regatato anche sul 27 metri Skagerrak del 1939. Alla domanda di Barche d’Epoca e Classiche su cosa pensasse riguardo l’attuale condizione della nautica italiana è stato piuttosto perentorio: “Le iniziative intraprese un paio di governi fa hanno ammazzato il mercato, sono stati adottati provvedimenti da veri dilettanti allo sbaraglio”.
Tra le ‘chicche’ presentate dal giornalista Corrado Ricci il progetto del navigatore oceanico Alex Carozzo, mito della vela italiana, imbarcato per l’occasione su Tabù del 1968. All’età di 83 anni, presso la località Punta Sabbioni a Venezia, sta allestendo un nuovo scafo in legno lungo 9,60 metri con il quale intende partire dalla città lagunare per raggiungere le Galapagos. Carozzo vuole ripercorrere la rotta compiuta a fine Ottocento dalla corvetta a vapore Vittor Pisani. Tutto è iniziato quando il navigatore ha scoperto su un Portolano che ad alcuni luoghi di quelle isole del Pacifico erano stati assegnati nomi italiani, da Punta Lido a Punta Malamocco. Scherzando, ha aggiunto che ad oggi i fondi per la sua impresa ammontano a circa 275 euro, … dunque chiunque volesse sostenere questo progetto è il benvenuto.
Visita il sito
www.valdettaroclassic.it
Gallery