Oltre 80 le imbarcazioni d’epoca e classiche partecipanti alla sesta edizione della Portopiccolo Barcolana Classic di Trieste, che si corre il giorno prima della storica Barcolana. Nonostante la quasi totale assenza di vento è stato comunque possibile disputare una breve regata.
Di Paolo Maccione – Ottobre 2011
Di Paolo Maccione – Ottobre 2011
Fotografie di Paolo Maccione
BARCOLANA CLASSIC, UNA SCOMMESSA VINTA
Anche se non è stato superato il record di presenze, 87 iscritti come nel 2010, la sesta edizione della Barcolana Classic di Trieste, tenutasi sabato 8 ottobre, ha consolidato il proprio primato di regata per vele d’epoca e classiche, con cadenza annuale, più frequentato d’Italia (quello di Imperia si tiene ogni due anni). Nata nel 2006 con appena 20 imbarcazioni, ne ha avute 62 nel 2007, 68 nel 2008, 76 nel 2009 e 87 nel 2010. Un motivo di vanto per il circolo organizzatore, lo Yacht Club Adriaco presieduto da Nicolò de Manzini, che ha ospitato l’intera flotta presso le sue banchine. Quest’anno, a causa della forte bora che ha soffiato il giorno prima della Classic, qualche barca non è riuscita a raggiungere Trieste.
QUI NON C’E’ UNA BARCA BRUTTA …
Difficile, anzi, veramente difficile, trovare una barca brutta alla Barcolana Classic. La flotta che vi partecipa è composta da imbarcazioni lunghe da 5 a circa 25 metri. Qui non troveremo mai le Big Boat tipiche dei raduni del Tirreno, anche perché non si saprebbe dove ormeggiarle. Ma tutti gli scafi in legno partecipanti (quelli in metallo rappresentano una percentuale non superiore al 5 per cento) attraggono per la loro bellezza. Poco importa se qualcuno, come direbbe il progettista Sciarrelli, si presenta un po’ ‘spelacchiato’ o giù di vernici, le immutate linee d’acqua aggraziate di queste barche vengono sempre apprezzate e ammirate dai cultori della nautica d’antan.
Anche se non è stato superato il record di presenze, 87 iscritti come nel 2010, la sesta edizione della Barcolana Classic di Trieste, tenutasi sabato 8 ottobre, ha consolidato il proprio primato di regata per vele d’epoca e classiche, con cadenza annuale, più frequentato d’Italia (quello di Imperia si tiene ogni due anni). Nata nel 2006 con appena 20 imbarcazioni, ne ha avute 62 nel 2007, 68 nel 2008, 76 nel 2009 e 87 nel 2010. Un motivo di vanto per il circolo organizzatore, lo Yacht Club Adriaco presieduto da Nicolò de Manzini, che ha ospitato l’intera flotta presso le sue banchine. Quest’anno, a causa della forte bora che ha soffiato il giorno prima della Classic, qualche barca non è riuscita a raggiungere Trieste.
QUI NON C’E’ UNA BARCA BRUTTA …
Difficile, anzi, veramente difficile, trovare una barca brutta alla Barcolana Classic. La flotta che vi partecipa è composta da imbarcazioni lunghe da 5 a circa 25 metri. Qui non troveremo mai le Big Boat tipiche dei raduni del Tirreno, anche perché non si saprebbe dove ormeggiarle. Ma tutti gli scafi in legno partecipanti (quelli in metallo rappresentano una percentuale non superiore al 5 per cento) attraggono per la loro bellezza. Poco importa se qualcuno, come direbbe il progettista Sciarrelli, si presenta un po’ ‘spelacchiato’ o giù di vernici, le immutate linee d’acqua aggraziate di queste barche vengono sempre apprezzate e ammirate dai cultori della nautica d’antan.
LA FLOTTA
C’era Coch Y Bondhu del 1936 che festeggiava 75 anni dal varo e che per l’occasione ha imbottigliato un ‘rosso’ celebrativo, c’erano i Vertue, indimenticato progetto dell’inglese Laurent Giles, c’erano i Catboat dell’Associazione Catboat Venezia presieduta dal veneziano Marco Dissera Bragadin, le piccole Passereantiche e quelle più moderne come Despina dello storico di marineria Paolo Lodigiani, c’era il cutter auricoSorella del 1858, la più antica barca a vela d’epoca del Mediterraneo, la bellissima Margaux del 1914 con armo alla portoghese, il Sagittario della Marina Militare, la goletta Chiaretta dalle vele color mattone, Bina II da Ravenna, ennesimo magistrale restauro del cantiere De Cesari di Cervia, il 5.50 S.I. Kukururu di Giuseppe Matildi che carica la sua barca su un carrello per regatare sia in Tirreno che in Adriatico e poi tutta la serie degli Sciarrelli dell’ultimo quarto di secolo, veri e propri Spirit of Tradition verniciati a coppale che raggiungono sempre i primi posti delle classifiche (Angelica III, Angelica IV, Tiziana IV, Chica Boba II,Isabella, Valentina, ecc.).
UNA REGATA SENZA VENTO
La Barcolana Classic, preceduta da una parata della flotta davanti a Piazza Unità d’Italia a Trieste, si corre in una sola giornata ed è composta da un’unica prova senza appello, o la va o la spacca. Dopo i colpi di bora di venerdì, la regata corsa sabato 8 ottobre si è svolta con una bava di vento da nord ovest lungo un percorso a bastone, con partenza e arrivo di bolina. La mini-regata è partita verso le 13.30. Intorno alle 15 i primi a tagliare il traguardo in tempo reale sono stati Angelica IV, Chica Boba II e Angelica III.
C’era Coch Y Bondhu del 1936 che festeggiava 75 anni dal varo e che per l’occasione ha imbottigliato un ‘rosso’ celebrativo, c’erano i Vertue, indimenticato progetto dell’inglese Laurent Giles, c’erano i Catboat dell’Associazione Catboat Venezia presieduta dal veneziano Marco Dissera Bragadin, le piccole Passereantiche e quelle più moderne come Despina dello storico di marineria Paolo Lodigiani, c’era il cutter auricoSorella del 1858, la più antica barca a vela d’epoca del Mediterraneo, la bellissima Margaux del 1914 con armo alla portoghese, il Sagittario della Marina Militare, la goletta Chiaretta dalle vele color mattone, Bina II da Ravenna, ennesimo magistrale restauro del cantiere De Cesari di Cervia, il 5.50 S.I. Kukururu di Giuseppe Matildi che carica la sua barca su un carrello per regatare sia in Tirreno che in Adriatico e poi tutta la serie degli Sciarrelli dell’ultimo quarto di secolo, veri e propri Spirit of Tradition verniciati a coppale che raggiungono sempre i primi posti delle classifiche (Angelica III, Angelica IV, Tiziana IV, Chica Boba II,Isabella, Valentina, ecc.).
UNA REGATA SENZA VENTO
La Barcolana Classic, preceduta da una parata della flotta davanti a Piazza Unità d’Italia a Trieste, si corre in una sola giornata ed è composta da un’unica prova senza appello, o la va o la spacca. Dopo i colpi di bora di venerdì, la regata corsa sabato 8 ottobre si è svolta con una bava di vento da nord ovest lungo un percorso a bastone, con partenza e arrivo di bolina. La mini-regata è partita verso le 13.30. Intorno alle 15 i primi a tagliare il traguardo in tempo reale sono stati Angelica IV, Chica Boba II e Angelica III.
ARIEL, IL NUOVO SCIARRELLI
Ne sentiremo parlare ancora in futuro, non fosse altro per la bellezza unica di questa imbarcazione. Ariel è una passera progettata da Carlo Sciarrelli, costruita ‘pezzo su pezzo’ con sudore, fatica e tanta passione da Francesca Maur e Mario Mallardi. La barca, realizzata interamente in legno, con l’albero appoppato e la velatura aurica, è lunga 7 metri e corre sia nella categoria delle ‘Passere’ che tra gli ‘Sciarrelli Raggruppamento A’. Mallardi, che restaura barche in legno presso il Cantiere Alto Adriatico di Monfalcone, attribuisce sempre cavallerescamente il merito di questa costruzione alla sua compagna Francesca. Non importa se per arrivare al varo, avvenuto nella primavera del 2011, siano stati necessari più di tre anni di lavoro. Oggi Ariel si aggiunge di diritto alla flotta di belle imbarcazioni che frequentano il golfo di Trieste. Questo genere di barche hanno un ‘insano’ potere: quello di attirare magneticamente la vista di chi le osserva. Non per nulla si è sempre detto che i progetti del Maestro Sciarrelli abbiano sempre piacevolmente stregato anche l’osservatore più distratto. Dunque auguri ad Ariel, che nel corso della quattordicesima edizione delle regate per barche d’epoca ‘Trofeo Città di Trieste’ dell’1 e 2 ottobre 2011 si è aggiudicata anche il Premio Marina Yachting.
Ne sentiremo parlare ancora in futuro, non fosse altro per la bellezza unica di questa imbarcazione. Ariel è una passera progettata da Carlo Sciarrelli, costruita ‘pezzo su pezzo’ con sudore, fatica e tanta passione da Francesca Maur e Mario Mallardi. La barca, realizzata interamente in legno, con l’albero appoppato e la velatura aurica, è lunga 7 metri e corre sia nella categoria delle ‘Passere’ che tra gli ‘Sciarrelli Raggruppamento A’. Mallardi, che restaura barche in legno presso il Cantiere Alto Adriatico di Monfalcone, attribuisce sempre cavallerescamente il merito di questa costruzione alla sua compagna Francesca. Non importa se per arrivare al varo, avvenuto nella primavera del 2011, siano stati necessari più di tre anni di lavoro. Oggi Ariel si aggiunge di diritto alla flotta di belle imbarcazioni che frequentano il golfo di Trieste. Questo genere di barche hanno un ‘insano’ potere: quello di attirare magneticamente la vista di chi le osserva. Non per nulla si è sempre detto che i progetti del Maestro Sciarrelli abbiano sempre piacevolmente stregato anche l’osservatore più distratto. Dunque auguri ad Ariel, che nel corso della quattordicesima edizione delle regate per barche d’epoca ‘Trofeo Città di Trieste’ dell’1 e 2 ottobre 2011 si è aggiudicata anche il Premio Marina Yachting.
LE CLASSIFICHE E I PREMI SPECIALI
‘Epoca’: Margaux, Ciao Pais, Airone
Categoria Classiche ‘A’: Strale, Serenity, Capriccio
Categoria Classiche ‘B’: Attica, Auriga, Andromeda
Categoria Sciarrelli ‘A’: Attica, Andromeda, Ariel
Categoria Sciarrelli ‘B’: Angelica IV, Chica Boba II, Angelica III
Passere: Koala, Ariel, Nirvana
Premio miglior restauro: Bat (1889)
Imbarcazione che meglio interpreta lo spirito della tradizione: Ariel (2011)
Premio ASDEC: Kukururu (5.50 S.I., 1952)
Trofeo Portopiccolo: Margaux
‘Epoca’: Margaux, Ciao Pais, Airone
Categoria Classiche ‘A’: Strale, Serenity, Capriccio
Categoria Classiche ‘B’: Attica, Auriga, Andromeda
Categoria Sciarrelli ‘A’: Attica, Andromeda, Ariel
Categoria Sciarrelli ‘B’: Angelica IV, Chica Boba II, Angelica III
Passere: Koala, Ariel, Nirvana
Premio miglior restauro: Bat (1889)
Imbarcazione che meglio interpreta lo spirito della tradizione: Ariel (2011)
Premio ASDEC: Kukururu (5.50 S.I., 1952)
Trofeo Portopiccolo: Margaux
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