Grande successo per il raduno veneziano dei Riva storici, tornati in laguna dopo tre anni di assenza. Per quattro giorni i runabout più famosi del mondo hanno navigato tra i canali e dato spettacolo con una parata in Canal Grande in costume carnevalesco. Poi, … la tragedia della scomparsa di Filippo Gibellini, figlio di Mariella e Piero Gibellini, quest’ultimo storico presidente della Riva Historical Society.
Di Paolo Maccione - Luglio 2011
Fotografie di Paolo Maccione
I RIVA STORICI AL DIPORTO VELICO VENEZIANO
Come già avvenuto nel 2008 i Riva storici in legno hanno rinverdito i fasti dei motoscafi più famosi del mondo ritrovandosi dal 28 giugno al primo luglio 2011 a Venezia in occasione del “Trofeo Carlo Riva”. Ancora una volta l’organizzazione del raduno è stata curata dalla RHS, Riva Historical Society, l’associazione milanese fondata oltre dieci anni fa dall’architetto Piero Maria Gibellini, storico navale nonché biografo ufficiale di Carlo Riva e presidente della RHS. Le 25 imbarcazioni partecipanti si sono ritrovate presso il Diporto Velico Veneziano all’isola di Sant’Elena, presieduto da Giovanni Fabris, ricevendo cure e attenzioni all’ormeggio dai componenti del direttivo del DVV, tra cui il vice presidente Alberto Righi e il consigliere Bruno Luppi. A loro si deve anche il recupero di un Riva trovatosi in difficoltà durante una navigazione in laguna. Tutte leimbarcazioni arrivate a Venezia, costruite tra il 1954 e il 1974, provenivano da Italia, Francia, Inghilterra, Principato di Monaco, Svizzera, Germania, Svezia e Stati Uniti.
LA VISITA AL CANTIERE SERENELLA DI MURANO
Fittissimo il programma dei quattro giorni trascorsi in laguna. I Riva hanno navigato in lungo e in largo, sostando presso alcuni dei luoghi più belli e conosciuti di Venezia. Domenica 29 maggio la flotta si è ormeggiata a Murano presso il Cantiere Serenella di Elio Salvagno, uno dei più conosciuti ed apprezzati costruttori e restauratori di motoscafi in legno. Recentemente qui sono stati realizzati due tender in legno lunghi 11 metri per il Sultano dell’Oman.
Attualmente le quindici maestranze specializzate stanno completando un motoscafo di alta rappresentanza per il presidente della russa Gazprom. Ad oggi, da quando Elio Salvagno ha rilevato il cantiere circa 35 anni fa, sono state costruite 201 imbarcazioni. I suoi taxi sono finiti negli USA, in Giappone, Cina, Germania, Francia, Inghilterra, Canada e Australia. Solo a Venezia si è calcolato che navighino un’ottantina di queste imbarcazioni. Un lussuoso taxi-tender di Serenella oggi può arrivare a costare circa 600.000 euro.
Dopo la sosta in cantiere armatori ed equipaggi hanno visitato la famosa vetreria Signoretti, attiva sull’isola dal Trecento. In serata è stata la volta di una cena a buffet veneziano presso l’Hotel San Clemente Palace, sull’isola che ospita l’omonimo e famoso albergo a cinque stelle.
A BURANO, TRA PIZZI E MERLETTI
Lunedì 30 maggio i Riva storici hanno navigato verso la Laguna Nord. Dopo il pranzo presso il ristorante Venissa di Mazzorbo, con menù dello chef Paola Budel, è stata la volta della visita di Burano, tra ponti, canali e i numerosi negozietti di pizzi e merletti che hanno reso famosa questa isola nel mondo. Una delle caratteristiche di Burano sono i variopinti colori delle case. Leggenda racconta che pare siano stati voluti dai pescatori per riconoscere la propria abitazione nella nebbia al ritorno dalla pesca.
VERSO LA LAGUNA SUD
Martedì 31 maggio la flotta dei Riva ha navigato nella Laguna Sud, costeggiato il Lido, Malamocco e pranzato a Pellestrina al ristorante Da Celeste. In serata si è tenuta la cena di gala al Casinò di Venezia, preceduta da una visita nell’appartamento/museo di Richard Wagner e dalla cerimonia di premiazione.
Ma purtroppo, pochi giorni dopo la fine del raduno di Venezia, la famiglia Gibellini è stata vittima di una tragedia famigliare. Il figlio 38enne Filippo, anch’egli coinvolto in qualità di ‘ufficiale di collegamento’ nell’organizzazione dei raduni della Riva Historical Society, è morto a causa di un malore mentre si trovava a Viareggio su Red, il motoryacht d’epoca della famiglia.
Il 16 giugno, ai funerali tenutisi a Milano, erano presenti numerosi armatori di Riva, tanti amici italiani ed esteri e rappresentanti dei cantieri di restauro che hanno dato l’ultimo saluto a Filippo Gibellini. Terminate le esequie l’armatore Francesco Fazzalari, con voce rotta dal pianto, ha ricordato: “Quando ci siamo iscritti alla Riva Historical Society pensavamo di entrare in un Club, invece ci siamo ritrovati in una grande famiglia. Filippo ne faceva parte e si preoccupava affinchè tutti noi, ad ogni raduno, ci sentissimo sempre a nostro agio. Ci mancherà lui, la sua ironia … e il suo sorriso sornione”.
UN PENSIERO PER FILIPPO …
E ora permettetemi, non solo in qualità di direttore di Barche d’Epoca e Classiche, ma anche di buon conoscente da tanti anni di Piero e Mariella Gibellini, di parlare in prima persona e indirizzare un pensiero ai genitori di Filippo. Con questa famiglia ho condiviso non solo le gioie del raduno di Venezia, ma anche le soddisfazioni di tanti altri appuntamenti legati al mondo dei Riva storici:
“Cari Piero e Mariella, nella mia pur modesta esistenza ho sempre avuto la presunzione di classificare le persone in due categorie: quelle che testardamente ‘fanno’ e quelle che ostinatamente ‘chiacchierano’ … e basta. Ecco, voi appartenete alla prima, ma questo lo avevamo già capito in tanti. Siete le colonne portanti della Riva Historical Society, associazione senza la quale tanti Riva d’epoca sarebbero forse diventati legna da ardere. Si deve a voi in massima parte il merito di avere rinverdito i fasti di uno dei miti della nautica da diporto.
La perdita di un figlio è talmente devastante da fare quasi perdere il senno e la ragione, ma vostro malgrado è come se oggi voi aveste un obbligo morale nei confronti di una grande comunità, composta da oltre 700 soci della RHS sparsi in tutto il mondo. Se pressante è il desiderio di mollare tutto, sappiate che ciò non vi verrà concesso. Verrete sempre reclamati a gran voce e non potrete esimervi dal rispondere. Perché questa è la sorte che tocca a chi è amato e benvoluto e perché sicuramente lo stesso Filippo, se fosse ancora con noi, vi chiederebbe di fare. Ma forse ve lo ricorda già ogni notte da lassù, mentre si arrotola una sgangherata sigaretta attorno a un piccolo filtro bianco e si aggiusta il cappellino azzurro della RHS sui riccioli neri e sbarazzini. Vostro Paolo Maccione”.