Il 19 gennaio 2016 le autorità di La Spezia hanno autorizzato le operazioni di smantellamento e rimozione dello yacht Williamsburg, la nave di 74 metri costruita negli USA nel 1930, ex residenza galleggiante dei presidenti Truman e Eisenhower. Di questo relitto, semi-affondato nella baia di Pertusola, verranno probabilmente recuperati alcuni pezzi dello scafo e delle sovrastrutture che potrebbero essere reimpiegati per la realizzazione di un nuovo yacht. La Williamsburg era arrivata a Genova nel 1993, ma il progetto di trasformarla in un’imbarcazione di lusso non andò mai a buon fine.
Di Corrado Ricci, p.g.c. La Nazione – Gennaio 2016
Fotografie di Corrado Ricci, Paolo Maccione e Archivio storico
La demolizione dell’ex casa bianca galleggiante
Da cabina di regia della storia mondiale ad oggetto ingombrante nel golfo della Spezia, nella speranza di un sussulto di orgoglio negli States perché potesse essere restituita al mare e agli originari splendori, visto il patrimonio culturale e il potenziale museale che incarna. La parabola discendente della Williamsburg, l’ex casa bianca galleggiante dei presidenti degli USA, approda oggi ad una svolta drammatica, obbligata: l’avvio della sua demolizione. Ieri l’emazione dell’ordinanza con la quale la Capitaneria di Porto dispone l’interdizione alla navigazione nell’area teatro delle operazioni, quella nei cui fondali, sei mesi fa, lo yacht si è adagiato, per l’apertura di una falla: la baia di Pertusola, a carico dell’omonima società del Gruppo Antonini che è subentra nella gestione del complesso industriale un tempo denominato Navalmare. Ultimo capitolo della storia della Williamsburg? Forse no. La demolizione non è, allo stato, funzionale all’invio dell’acciaio alla fonderia o alla discarica ma al recupero dei pezzi dello scafo e delle sovrastrutture traguardando un’ipotesi ambiziosa: il loro impiego, quanto meno dei pezzi meno logorati dall’età, per ridare forma, insieme a materiali nuovi e innovativi, allo yacht. Di qui lo stoccagio nel piazzale del complesso industriale di Pertusola delle lamiere che usciranno dalla vivisezione dello scafo.
A bordo Truman, Eisenhower e Churchill
Una sfida, quella della resurrezione dell’imbarcazione che, dal 1945 al 1953, fu lo yacht presidenziale degli States utilizzato da Harry Truman e Dwight Eisenhower. La casa bianca galleggiante, oltre ad essere il ’rifugio’ marino per le vacanze dei presidenti, fu anche teatro di incontri e missioni pubbliche e segrete, dai summit con Winston Churchill al trasporto di 28 casse di lingotti d’oro. Nel 1962 divenne una nave oceanografica. Un brutto giorno affondò in un bacino di carenaggio all’atto del suo allagamento dopo i lavori. Con qualche toppa venne rimessa in galleggiamento e trasformata in un ristorante, nel New Jersey. Una destinazione che a molti, in America, non apparve degna della storia dello yacht. Di qui, nel 1993, la decisione del restauro, per farla tornare gli originali splendori. Finì al Cantiere Navale Valdettaro delle Grazie. Ma, dopo le cerimonie in pompa magna, l’interesse dei vip americani che si mobilitarono per il restyling scemò; la fuga dall’impegno, per mancanza di risorse, costituì, tra l’altro, una delle ragioni del crac del cantiere poi rilevato dalla famiglia Vanelo. Da oltre quindici anni, il relitto, bonificato dall’amianto, è stato all’ormeggio della Navalmare, che lo rilevò dalla procedura nella speranza che l’amor patrio americano sortisse il miracolo del restauro. Tanti discorsi, ma contratti rimasti solo a livello di bozza.
Poi l’affondamento, lo scorso anno. E, ora, l’accensione delle fiamme ossidriche, con tutte le garanzie per la sicurezza e il contenimento dell’impatto ambientale dei lavori. Nella speranza che, almeno nella forma di un nuovo yacht in parte realizzato con i pezzi d’epoca, il mito della Williamsburg riaffiori dalle sue ceneri.
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