Un recente decreto ha stabilito che il Dragone Aretusa, rimessato presso il cantiere Alto Adriatico di Monfalcone, venga tutelato per legge.
A cura della redazione – Luglio 2011
BREVE STORIA DEL DRAGONE
Il Dragone è un monotipo da regata progettato nel 1929 dal norvegese Johan Anker. Lungo 8,93 metri e largo 1,95 metri, tra il 1948 e il 1972 è stato classe olimpica. L’imbarcazione, realizzata inizialmente in legno,dal 1971 è stata costruita anche in vetroresina. Sono tre i principali costruttori di Dragoni al mondo: il danese Borresen (www.borresen.com), che ne ha varati più di 1500, l'inglese Petticrows (www.petticrows.co.uk) e il tedesco Glas (www.bootswerft-glas.de).
Oggi il Dragone continua ad essere costruito al ritmo di 40-50 unità all'anno.
Attualmente in tutto il mondo partecipano alle regate circa 1500 Dragoni sugli 8600 costruiti, il che la rende la classe monotipo a chiglia più diffusa al mondo, con una maggiore concentrazione in Europa. Oggi i Dragoni in legno e vetroresina, i cui costi possono variare da 15.000 a 100.000 euro, possono regatare ad armi pari, ciò che fa la differenza è costituita dall’equipaggio, il cui peso totale non può superare i 285 chilogrammi. Una flotta di oltre ottanta Dragoni ogni settembre partecipa alle Règates Royales di Cannes. L'associazione italiana, coordinata dal segretario Antonio Viretti, armatore di Fanfouette, esiste dal 1989 (www.primazona.org/Dragone_home.htm). Il sito web internazionale è www.intdragon.org.
ARETUSA, BENE CULTURALE
Il Dragone Aretusa è stato costruito nel 1956 presso il cantiere danese Borresen (n. 160). Nel corso della sua vita ha conseguito numerose vittorie sui campi di regata, sia in Italia che in tutta Europa, con al timone campioni come S. Sorrentino, A. Pellaschier, S. Trevisan, P. Gorgatto. Ha vinto la Gold Cup nel 1958 e si è piazzato secondo a quella del 1957 e del 1960. Dalla fine del 2010 Aretusa è diventato un bene culturale, tutelato per legge dallo Stato italiano. Un recente decreto ha infatti stabilito che questo bene mobile venga dichiarato di interesse culturale ai sensi dell’articolo 10, comma 4 lettera i, del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, e rimanga quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto Decreto legislativo. Da questo momento in poi ogni spostamento dell’imbarcazione o l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere sarà soggetta all’obbligo di denuncia al Soprintendente per i beni artistici, storici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia.
ALL’ALTO ADRIATICO
Aretusa, numero velico I-18, è rimessato a Monfalcone presso il Cantiere Alto Adriatico, storica realtà della cantieristica nazionale, specializzata da oltre un quarto di secolo nel restauro e nella costruzione di imbarcazioni in legno a vela e a motore. Qui il Dragone verrà sottoposto periodicamente a tutte le cure e manutenzioni del caso. Il suo stato di conservazione è comunque considerato buono. Il fasciame in mogano da 16 millimetri, fissato con viteria in bronzo su ordinate in rovere piegate a vapore, è giudicato sano per oltre il 90 per cento. Altri interventi si renderanno necessari all’ossatura, in coperta e negli interni. Complessivamente l’imbarcazione viene giudicata totalmente recuperabile.Nel 2010 Aretusa è stata già esposta a Trieste, presso il Salone degli Incanti, in occasione della 42esima edizione della Barcolana.
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