Presentato a Milano il 26 ottobre 2023, presso la sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, il libro (a tiratura limitata) “L’uomo che impilava le nuvole”. La pubblicazione è dedicata alla memoria del giornalista Riccardo Notarbartolo di Villarosa scomparso nel 2021, eclettico direttore della rivista Yacht Digest, ex ufficiale di Marina nonché fotografo di nautica, storico navale, scrittore, scialpinista e artista. Realizzato dal fratello Roberto Notarbartolo insieme a Paolo Maccione e Fabio Ratti, editore di Yachting Library, raccoglie i ricordi di oltre 70 persone che hanno conosciuto, vissuto o lavorato con Riccardo. Emerge il ritratto di un uomo ironico, eccentrico, un fine umorista di grande cultura nautica e dall’innata eleganza.
Di Paolo Maccione – Novembre 2023
Fotografie di Paolo Maccione
CHI ERA RICCARDO NOTARBARTOLO DI VILLAROSA?
Da sinistra Riccardo Villarosa in divisa da Aspirante Guardiamarina, il padre Giulio 'Tompy', all'epoca Capitano di Corvetta ed ex comandante di motosiluranti durante la Seconda Guerra mondiale, e il fratello Roberto in divisa da Guardiamarina
Riccardo Villarosa in occasione di un evento a Milano nel 2011 (Foto P. Maccione)
Don Riccardo Notarbartolo dei Duchi di Villarosa e dei Principi di Fùrnari. Questo il nome completo, legato al titolo nobiliare della sua famiglia, di Riccardo Villarosa, noto ai più in questa forma abbreviata. Nato a New York il 3 settembre 1950, era figlio di Sydney Hatch e Tompy, Capitano di Fregata della Marina Militare ex comandante di motosiluranti durante la seconda guerra mondiale, nonché nipote dell’Ammiraglio Luigi Notarbartolo di Villarosa. Dopo la laurea in giurisprudenza, con una tesi sul diritto della navigazione, Riccardo parte per l’Accademia Navale di Livorno, dove diventa Guardiamarina di complemento destinato a Milano, la città dove sceglierà di vivere nonostante abbia trascorso gli ultimi 10 anni della sua vita a Gressoney-Saint-Jean, in Valle d’Aosta, dove è scomparso per un improvviso malore il 24 luglio 2021. A consolidare la tradizione marittima della famiglia anche suo fratello Roberto diventerà Sottotenente di Vascello della Marina. Un loro antenato, Pietro Notarbartolo di Villarosa, fu addirittura imbarcato sull’ammiraglia della flotta spagnola, alleata di quella francese, contrapposta a quella inglese comandata dall’Ammiraglio Nelson, in occasione della battaglia di Trafalgar del 1805. Nella sua vita Riccardo Villarosa è stato giornalista, inviato, fotografo, scrittore, esteta, amante della montagna, pittore, artista. Uomo colto, esperto di etichetta navale, estroverso e brillante, spesso suonava lo scacciapensieri e un piccolo piffero in occasione di incontri conviviali. Sposato con Maia, ha avuto due figli, Lorenzo e Giacomo.
LA COMMEMORAZIONE A MILANO PRESSO I “MARINAI D’ITALIA”
La serata milanese dedicata a Riccardo Villarosa. A destra il fratello Roberto (Foto P. Maccione)
“L’uomo che impilava le nuvole – Riccardo ‘Villi’ Notarbartolo di Villarosa”. Questo il titolo del libro (144 pagine, Yachting Library) presentato a Milano nel pomeriggio di giovedì 26 ottobre 2023 presso l’ultracentenaria sede dell’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia), affacciata sulla Darsena dei Navigli, il luogo che riunisce i congedati della Marina Militare Italiana.
I tanti amici di Riccardo intervenuti alla serata presso ANMI Milano (Foto P. Maccione)
A destra Giacomo Notarbartolo di Villarosa, figlio minore di Riccardo, con la zia Veronica, consorte di Roberto Notarbartolo (Foto P. Maccione)
Un pocket-book corale, nato da un’idea del fratello Roberto Notarbartolo e realizzato da lui stesso con il giornalista Paolo Maccione e l’editore Fabio Ratti, nel quale sono raccolti i ricordi di oltre 70 persone che hanno conosciuto, vissuto o lavorato con Riccardo nel corso della sua vita. Ognuno ha ricevuto una copia numerata e dedicata del libro, corredato da 140 immagini e stampato in un numero limitato di copie per gli amici di Riccardo e dunque non in vendita. Eccoli: Sergio Abrami, Piero Ajello, Paolo Anselmi, Bianca Ascenti, Gian Giacomo Attolico Trivulzio, Piero Bacchetti, Maia Beltrame, Beatrice Bergamasco, Davide Besana, Patrick Bianchi, Marco Biondi, Claudio Biscaretti di Ruffia, Emanuele Biscaretti di Ruffia, Jean Blanchaert, Gianbattista Borea d’Olmo, Carlo Borlenghi, Benedetto Borromeo, Despina Bozzi Ilaria, Gerardo Braggiotti, Giovanni Caputo, Carlo Ottaviano Casana, Paolo Cavaglione, Bruno Cianci, Alessandro Clemente, Alberto Coretti, Francesco D’Urso, Maurizia De Martin, Gaddo Della Gherardesca, Jean-Marc Droulers, Franco Figari, Martina Fiocchi Rocca, Beppe Franzoni, Mario Galli, Piero Maria Gibellini, Marco Guerrieri, Federico Imbert, Michele Ivaldi, Antonia Jannone, Paolo Lodigiani, Francesco Longanesi Cattani, Giuliano Luzzatto, Paolo Maccione, Fabio Malcovati, Daniele Manca, Paolo Martinoni, Alex Mazzoni, Alessandra Morandini, Umberto Mosca, Ines Mosconi, Roberto Notarbartolo di Villarosa, Veronica Notarbartolo di Villarosa, Lorenzo Notarbartolo di Villarosa, Giacomo Notarbartolo di Villarosa, Ginevra Notarbartolo di Villarosa, Giorgiana Notarbartolo di Villarosa, Guglielmo Notarbartolo di Villarosa, Carla Notarbartolo di Villarosa, Francesco Parisi, Giovanni Panella, Lino Pastorelli, Mauro Pelaschier, Gerolamo Pellicanò, Paola Pozzolini Sicouri, Luca Ramella, Laura Recordati, Fabio Ratti, Roberta Rosati, Riccardo Sassoli, Francesco Soletti, Francesco Valotto, Barbara Villani, Ferdinando Zanoletti.
A sinistra Alessandro Clemente insieme a Roberto Notarbartolo di Villarosa (Foto P. Maccione)
Il titolo del libro è ispirato al ricordo scritto da Alessandro Clemente, il “ragazzo del computer” che ha vissuto a stretto contatto con Riccardo nel corso dei suoi ultimi anni a Gressoney. È stato lui, come racconta, che ha avuto l’occasione triste e inaspettata di rendergli l’ultimo saluto. Da quel momento Alessandro lo ha immaginato intento a impilare nuvole una sull’altra. La serata milanese è stata allietata dagli shanties, i canti di lavoro dei marinai eseguiti dalla Morescha Nova, il gruppo fondato dal medico (… di Riccardo) e musicista Umberto Mosca e ispirato da Riccardo.
A sinistra Roberto Notarbartolo di Villarosa con Paolo Maccione, co-autori del libro su Riccardo
MAESTRO DI GIORNALISMO
L'editore di Yachting Library Fabio Ratti accanto a un'immagine di Riccardo Villarosa (Foto P. Maccione)
Riccardo Villarosa è stato un Maestro di giornalismo nautico. Ha iniziato la propria carriera come inviato speciale del ‘Corriere della Sera’ e poi come caporedattore di ‘Vela e Motore’. Ha attraversato due volte l’Atlantico, a bordo di un cargo dei D’Amico da Livorno a Los Angeles e poi a vela, partecipando a numerose regate nel Mediterraneo prima di imbarcarsi l’8 settembre 1973 sul Burton Cutter per la prima regata intorno al mondo, la Whitbread Round The World Race. In questa occasione ha scritto diversi articoli per il ‘Corriere’. Nel 1979 è partito per l’Afghanistan, con Mario Galli, come corrispondente di guerra aggregandosi ai mujahidin che allora combattevano contro i russi. Agli inizi degli Anni ’80 ha fondato con Fabio Ratti la prima agenzia fotografica e giornalistica dedicata al mare: la Overseas, poi diventata casa editrice, agenzia di comunicazione, di organizzazione di eventi velici … e palestra di molti futuri professionisti del settore. Dal 1981 Riccardo ha scoperto lo sci alpinismo, attività che lo ha portato a restaurare una bellissima baita Walser in alta Val Sesia.
DA YACHT DIGEST AI ‘MURETTI A SECCO’
Uno dei numerosi dipinti surreali di Riccardo Villarosa (Foto P. Maccione)
La mappa degli ometti in pietra realizzati da Riccardo Villarosa a Gressoney, in Valle d'Aosta
Tra il 1987 e il 2000 Riccardo Villarosa ha diretto ‘Yacht Digest’, unica rivista italiana dedicata alle barche d’epoca e classiche. Successivamente ha fondato il mensile ‘Arte Navale’, che ha diretto fino al 2004, mentre nel 1987 è stato tra i fondatori dell’ASDEC, Associazione Scafi d’Epoca e Classici. Dal 2013 ha avviato una collaborazione con ‘Vivariva’, la rivista di motonautica storica della Riva Historical Society. Ha scritto diversi libri, tra i quali “Il giornalista di bordo”, “Coppa America 1851-1983”, “Yacht Club”, “Immagini di una regata intorno al mondo”, questi ultimi tre con Fabio Ratti, e altri sulla moda come “188 nodi da collo”, “La camicia”, “La cravatta”, “Uomini e calze”, “Homo elegans” e “Il guardaroba di lui”. L’ultimo, del 2016, è “Oranghi sulle Alpi”, dedicato alla sua ultima passione per gli ometti di pietra e i muretti a secco. Nella presentazione si definiva a jack of all trades, come si indicava in Inghilterra chi sa fare un po’ di tutto. Dal 2008 ha riscoperto la pittura; la sua prima personale nel 2009 si è tenuta presso la galleria di Antonia Jannone in Corso Garibaldi a Milano.
LE FRASI
Riccardo Villarosa (Foto P. Maccione)
Di seguito alcune frasi che hanno contraddistinto l’estro giornalistico di Riccardo, da sempre caratterizzato da commenti spesso ironici e beffardi. Una penna unica nel suo genere, uno stile fatto di umorismo e giudizi tranchant che non lasciavano spazio a repliche. “Un affascinante mix tra razionalità e lucida follia” (Fabio Ratti), “Un’espressione scanzonata e irriverente da cui trapelavano grande intelligenza e personalità” (Barbara Villani), “Un sorriso fanciullesco e ingenuo, lo sguardo attento e una curiosità insaziabile che lo spingeva a incantarsi dinanzi a ogni meraviglia del mondo” (Bianca Ascenti). Riccardo era tutto questo e probabilmente molto di più. Una genialità che ha affascinato tutti quelli che lo hanno incontrato.
- Peter Blake, il capo della barca neozelandese contro cui il team Prada ha dovuto misurarsi ha un debole: gli piacciono gli spaghetti. O quantomeno gli piacciono quelli che so fare io, il che forse testimonia una tendenza alla depravazione. (Da Yacht Digest n° 99 – Anno 2000)
- Un fringe benefit del muro a secco è che i sassi ti tengono compagnia. Ognuno ha il suo carattere e le sue peculiarità. C’è il sasso gentile, quello brontolone, quello timido e quello assonnato. Ci sono anche i sassi puttana che ti fanno le moine per farsi tirare su. Tu provi a posizionarli un po’ dappertutto ma non c’è verso e lo butti per terra. Ti fa l’occhiolino e tu lo ritiri su ma non c’è niente da fare. Devi dargli un bel colpo di mazza.
- I mini ometti si costruiscono con pochi sassi (da 5 a 15), possono crollare, ma si ricostruiscono facilmente. Sono in pratica degli ometti di compagnia. Sono economici: non mangiano, non sporcano e non hanno bisogno di passeggiate. Ma non fanno le feste al padrone, nel senso che intendiamo noi.
- Che barche producono questi cantieri? Barche brutte, ideate con poca o scarsa cultura navale. A parte le solite lodevoli eccezioni, gli scafi osservati al Salone erano l’equivalente nautico della palazzina abusiva costruita dallo speculatore immobiliare. Linee squadrate, metri cubi di vetroresina senza tante preoccupazioni per dettagli come le linee d’acqua e motori di potenza esuberante. In poche parole villoni galleggianti arredati con il più classico gusto “nouveau riche”. (Da Yacht Digest n° 26 – Anno 1989)
- Arrivare primi in una regata o riuscire a portare a buon termine una difficile traversata significa anche superare certi limiti reali o immaginari della propria personalità. Oppure significa sostituire con il successo in campo sportivo un insuccesso in qualche altra attività. Chi ubbidisce a casa ha l’occasione di comandare in barca, riparandosi dietro una vera o presunta conoscenza tecnica della navigazione. (Da Vela & Motore – Anno 1979)
La presentazione del libro su Riccardo Villarosa presso la sede dei Marinai d'Italia di Milano
GALLERY