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fondata

Yachting Network è la falegnameria navale di Fiumicino di Luca Gentilini, ex marinaio velista formatosi professionalmente nel settore della manutenzione navale e del refitting. Dopo avere navigato per oltre un decennio si è specializzato nel settore del legno, diventando un eccellente falegname e carpentiere. Nel 2012 ha avviato la costruzione del pattìno, riedizione delle caratteristiche imbarcazioni a remi a doppio scafo tanto diffuse sulle spiaggie italiane tra gli anni Sessanta e Ottanta. Ne è nato uno scafo speciale, marino e adatto a escursioni costiere. Un prodotto raffinato, interamente Made in Italy, che può conferire un tocco di classe presso stabilimenti balneari, campeggi, hotel o strutture ricettive vicine all’acqua.
 
Di Luigi ‘Didi’ Saulle – Luglio 2014
Fotografie Archivio Yachting Network
Morsettatura e preparazione all'incollaggio del fasciame Star 60LUCA GENTILINI, IL MARINAIO DIVENTATO FALEGNAME NAVALE
La storia di Luca Gentilini, classe 1966, è esemplare: amore per il mare, poi quello per la vela ed infine quello per la manutenzione delle imbarcazioni e la costruzione dei mezzi che navigano sul mare …. La sua vita da marinaio inizia come per molti dagli Optimist, poi ci sono i primi imbarchi con amici e conoscenti in giro per il Mediterraneo seguiti dal primo arruolamento come equipaggio per la sua prima traversata atlantica ed infine l’imbarco fisso per alcuni anni su una barca italiana. I suoi frequenti periodi a bordo lo portano a dedicarsi a innumerevoli lavori e manutenzioni di bordo quando gli scafi sono lontani da porti e marine d’armamento. La propensione ai lavori manuali, innata sin da giovanissimo, si consolida per necessità ed esperienza. L’amore per i lavori manuali e per la falegnameria si forma fin da giovane essendo egli cresciuto nella bottega di Romolo Atzori, sulle rive del Tevere, padre di un vecchio compagno di scuola, dove con l’amico Umberto giocavano, ma “respiravano” il legno e le sapienti lavorazioni di vecchi artigiani.
 
LA LUNGA PERMANENZA AI CARAIBI
La lunga permanenza su imbarcazioni che stazionavano ai Caraibi lo portano a collaborare come forza lavoro nei cantieri dove gli yacht, su cui era imbarcato, sostavano in secco per i lavori di manutenzione e riparazione durante il periodo estivo a causa del rischio uragani. Inizia così la sua formazione all’arte della falegnameria ed il perfezionamento anche nelle lavorazioni più difficili.
In quel periodo gira tutti i Caraibi, Antigua, Chaguaramas, Trinidad, in aiuto di Sir Fred Thomas, maestro d’ascia inglese, e poi in Venezuela, al Centro marino de Oriente di Puerto la Cruz, e successivamente lavora come free-lance in diversi restauri a La Guaira sulla costa centrale del Venezuela. Per alcuni anni si dedica ad altra attività poi, di nuovo imbarcato, torna in Mediterraneo.
 
Dettagli di un pattino in legno in costruzione (4)2002: LA NASCITA DI YACHTING NETWORK
Nel 2002 apre la falegnameria navale denominata Yachting Network a Fiumara Grande, Fiumicino. Il nome scelto vuole fare intendere che l’attività svolta offre un’ampia gamma di servizi su misura, relativi alla falegnameria di bordo, per qualunque tipo di imbarcazione, a vela o a motore, con particolare attenzione agli scafi in legno. La passione e la cura del dettaglio, insieme alla sapiente capacità di scegliere le essenze e compensati migliori, rappresentano il punto di forza e la filosofia della falegnameria. L’esperienza maturata in oltre 25 anni nel settore della falegnameria navale, insieme alla comprensione della filosofia e delle dinamiche di bordo frutto anche degli anni di navigazione, offre una piena e sapiente interpretazione ad ampio raggio sul lavoro e i progetti da svolgere.
Dalle rifinite coperte in teak, agli arredi di bordo, dai paglioli ai cieletti, inclusa ogni mobilia su barche da regata, classiche e moderne, realizzati con compensati tradizionali, ma anche in sandwich di legno, di Nomex e Divinycell (molte volte prodotti in casa), carabottini, scale e passerelle, lavorazioni complesse, curve, lamellari, restauri e interventi di diverse natura a bordo e in coperta rappresentano il lavoro quotidiano.
 
Il rifacimento di un ponte in teak (3)I LAVORI SULLE BARCHE D’EPOCA: DA OPTIMISTA A TE VEGA
Dal 2003 Yachting Network è anche referente commerciale per l’Italia della “Bowa Marine Plywood”, azienda danese produttrice di Compensati Marini di alta qualità. Bowa è primaria fornitrice dei principali cantieri nord europei, quali Baltic, X-Yachts, Hallberg-Rassy, Sweden Yachts, etc. Bowa vanta una gamma di compensati marini conformi ai più severi standard inglesi, in un’ampia scelta di essenze e spessori, sandwich e compositi, incrociati e lamellari per soddisfare le esigenze più diverse di armatori e cantieri.
Ad oggi, con la sua Falegnameria, Luca Gentilini vanta diversi progetti realizzati, relativi alla costruzione di arredi interni e coperte in teak e restauri di scafi classici e moderni. L’attività è svolta in proprio o in collaborazione oppure con la prestazione di mano d’opera presso altri cantieri. Così facendo Gentilini ha contribuito al restauro e alla rinascita di diverse imbarcazioni classiche e d’epoca, con interventi più o meno importanti alla fase di restauro e finitura, come su Acacia, Optimista, Elfin, Te Vega, Orphee III ed altre …. Sul My Song di Ceccarelli ha eseguito il rifacimento della coperta in teak e il restauro completo degli interni. Sul 6 Metri S.I. (Stazza Internazionale) “Acacia” ha compiuto un importante restauro dello scafo con il rifacimento delle ordinate in lamellare dei bagli e la ricostruzione della coperta. E qui, ci fa piacere sottolinearlo, le sue competenze sconfinano dalla “falegnameria” per arrivare a quelle della “carpenteria”, dimostrando così di offrire un servizio completo su ogni parte dell’imbarcazione!
La coperta in teak del My Song 50 (2)Sul Cantieri di Pisa “Cap de Quers”, un bel 45 metri a motore, ha eseguito gli arredi esterni del ponte principale, l’allestimento del bar e le plance di comando esterno. Non mancano interventi su yacht corsaioli come l’ X-Yachts 51 “Hedimetra”, dove Gentilini ha eseguito il refit completo degli interni modificandone il layout, mettendo mano anche agli impianti idraulici ed infine rifacendo la coperta in teak.
 
2012: LA RINASCITA DEI PATTÌNI
La sua grande sensibilità al legno e l’umiltà di mettere mano a qualunque cosa, soprattutto se naviga, lo vede protagonista di moltissimi restauri di piccole imbarcazione monotipo come i Dinghy 12’ . Molti altri sono gli interventi e le riparazioni anche su piccoli natanti e derive in legno. Proprio nel 2012, complice la casuale richiesta di un cliente armatore che ne desiderava uno per la sua residenza estiva, Luca Gentilini, riprende la costruzione, ormai praticamente scomparsa, dei “pattini” in legno. Accettata quella che poteva sembrare una sfida, Luca ridisegna, sulle forme dei vecchi pattini d’antan, le linee d’acqua di uno scafo più lungo, più marino e più filante. Il committente esprime il desiderio di avere un pattino unico, speciale, raffinato, ma marino; vuole un pattino più comodo e con maggior galleggiabilità e spazio in coperta, rispetto a quelli esistenti, per realizzare delle escursioni costiere direttamente dalla sua casa sul mare. A questo punto, accolto l’incarico, Gentilini reperisce un vecchio pattino semidemolito, costruito negli anni Sessanta e di provienenza imprecisata. Unisce le linee rilevate con quelle della memoria dei vecchi pattini d’antan che aveva conosciuto negli anni Ottanta sul litorale romano.
 
Il pattino in legno di Yachting Network (17)IL PATTINO … SI ALLUNGA
Nasce così uno scafo di 5,90 metri a fronte dei consueti 4,20 metri circa, con una struttura reticolata che permette di ridurre il peso e lo spessore del rivestimento, composta da ordinate, correnti alti e di chiglia, un ordine di serrette, tutto realizzato in frassino, a garanzia di rigidità e resistenza, ricoperto poi con mogano sceltissimo, quasi fosse un runabout. Lo scafo è completamente e minuziosamente incollato, senza viti nè chiodi a vista, a garanzia di piena tenuta stagna.
Le rifiniture e le linee slanciate, a detta di molti, ne fanno una barchetta, per quanto modesta, elegante e unica nel suo genere. Due gavoni per stivaggio di effetti personali e magari un pic-nic, la staffa per montare un piccolo motore fuoribordo, magari elettrico, un leggero tendalino anche reclinabile, lo rendono un mezzo comodo per piacevoli gite costiere, o semplici remate per un bagno rinfrescante.
 
Il pattino in legno di Yachting Network (1)LE ORIGINI DEL PATTINO
Ma l’occasione è troppo ghiotta per non dire qualche cosa sul “pattino” o “moscone” e Gentilini ha fatto una lunga ricerca. Sull’etimo delle due parole purtroppo vi è poco da dire e non sembrano vi siano certezze sulle loro derivazioni. Sembrerebbe che l’origine di questa imbarcazione, per la sua forma e il suo uso, sia prettamente italiana e ve ne siano tracce almeno fotografiche fin dai primi del Novecento. Viene costruito e si diffonde nelle zone costiere dagli ampi arenili, in Romagna, Marche, Versilia e Litorale Romano.
Nasce come un’imbarcazione povera e modesta, atta a svolgere la funzione di natante per la pesca costiera, e la sua semplice costruzione con due scafi a fondo piatto, uniti da traverse, esalta da subito le sue doti di stabilità in mare, leggerezza e lo rende adatto e versatile al facile ricovero e all’uso sulle spiagge. Trova grande diffusione a partire dal dopoguerra e già dagli anni Cinquanta, ormai migliorato e affinato, ad un diffuso uso “turistico” e fino agli anni Ottanta è comune su tutte le spiagge sia come mezzo per il soccorso sia in piccole flotte per il noleggio orario o giornaliero.
Il pattino in legno di Yachting Network (13)Viene affinato e costruito in varie tipologie, con panche e prendisole, è colorato come gli stabilimenti balneari che li ospitano, e permetteranno a milioni di Italiani, a intere famiglie, di solcare le coste nelle lunghe estati del boom economico, negli anni Sessanta e Settanta. Chiunque in quegli anni frequenti una spiaggia in Italia, ricorda e conserva memoria dell’andirivieni in mare dei pattini e dell’attesa presso il banchetto del Bagnino per noleggiarne uno ... gruppi di ragazzi si aggiravano languidi e curiosi intorno ai pattini, desiderosi di allontanarsi dalla riva, in gruppo o magari con la propria bella, fino a sentire solo un brusio lontano delle voci e del chiasso delle frequentatissime spiagge.
 
Il pattino in legno di Yachting Network (12)IL PATTINO, LA “FUORISERIE ACQUATICA DI SEDICENTI PLAYBOY”
La sua unicità e tipicità solo Italiana, lo renderà anche se oggi praticamente scomparso, un’icona, un simbolo di un’epoca delle nostre estati associato anche alla spensieratezza sbarazzina e divertente tipica di quegli anni, unico mezzo e strumento di flirt estivi, fuoriserie acquatica di sedicenti Playboy che lo hanno usato come mezzo di seduzione. Icona per molti anni al pari della Vespa o della 500, simbolo in qualche modo di un’Italia popolare, operaia, volenterosa e ottimista di quegli anni, quasi come un’ “utilitaria del mare”. Rimane senz’altro l’imbarcazione più rappresentativa del turismo balneare italiano di quell’epoca.
Poi questo mezzo marino a due scafi a propulsione umana, figlio della barca, iniziò un silenzioso declino dovuto probabilmente all’arrivo dei pedalò, delle barche in vetroresina a motore e forse, anche dovuto ad un certo consolidamento economico e sociale che quasi derideva esibizioni di agilità e di muscoli. Oggi, grazie alle sue doti marine, è ormai rimasto diffuso per il salvataggio in mare, e presente ancora sulle nostre spiaggie.
 
GLI ESTIMATORI DEL PATTINO, DA CIAMPI A CHARLIE CHAPLIN
Personaggi illustri sono stati e sono degli estimatori dei pattini, come l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e il suo pattino bianco nella residenza di Santa Severa, Charlie Chaplin, che ne commissionò uno ad un artigiano versiliese. Il pattino in legno di Yachting Network (4)Alberto Moravia ne scrive con conoscenza e proprietà nel suo libro “Agostino” scritto nel 1941. Il cantante Edoardo Vianello lo decanta nel testo della famosa canzone “Stessa spiaggia stesso mare”, tormentone musicale degli anni Sessanta.
Oggi, grazie a Luca Gentilini e alla sua Yachting Network, questa riedizione del pattino potrebbe aprire al ritorno di questa imbarcazione così particolare e così italiana, magari tornando ad essere nella migliore delle accezioni una piccola “moda”. Ci piace anche raccontare come questa imprenditoria italiana, fatta da artigiani capaci, da piccole realtà produttive che da sempre caratterizzano la nostra economia e la nostra cultura, in mezzo alle mille difficoltà di questo Paese, continuino a rappresentare un’eccellenza, regalandoci un po’ di ottimismo su quello che si potrà costruire in futuro …
 
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