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Recuperare una barca d’epoca secondo principi di sostenibilità e biocompatibilità. È quanto realizzato da alcuni laureati in Design Navale e Nautico del Polo Universitario Marconi di La Spezia, costituitisi in un gruppo denominato Opera Viva. L’imbarcazione oggetto del restauro è un gozzo Pexino, scafo in legno lungo 9 metri costruito negli anni Sessanta dal cantiere ligure Moltedo. L’Arsenale della Marina della città spezzina ha messo a disposizione gli spazi per l’esecuzione dei lavori. Tra i soggetti coinvolti anche la ditta Moroni e il noto studio di progettazione Faggioni Yacht Design. Oggi il gozzo Pexino, già esposto al pubblico al Salone Nautico di Genova, è in cerca di un armatore che completi il recupero e che si prenda cura dell’imbarcazione per i prossimi anni.

 
Di Giacomo Gori (Architetto navale) – Gennaio 2014
Fotografie Archivio Opera Viva 
Il-gozzo-Pexino- prima-del-restauro-2UN RESTAURO COME TESI DI LAUREA
Pexino era il nome di alcuni modelli di imbarcazioni realizzate negli anni Sessanta dal Cantiere Moltedo di Santa Margherita Ligure. Il restauro, progettuale e materiale, di uno dei gozzi di questo cantiere, secondo principi di sostenibilità ambientale e biocompatibilità, è nato in ambito accademico come tesi di laurea del corso in Design Navale e Nautico presso il Polo Universitario Marconi di La Spezia (Relatore: Prof. Massimo Musio-Sale, Co-Relatori: Prof. Massimo Corradi, Arch. Stefano Faggioni, Prof.ssa Rosanna Ghirri).
 
Da-sn-Di Simplicio-Moroni-Gori-Di- Girolamo-e-CapraraIL GRUPPO ‘OPERA VIVA’
Il progetto ha visto coinvolto il gruppo Opera Viva, composto da Rocco Caprara, laureando in Design Navale e Nautico, gli architetti Alarico Di Girolamo, Roberto Di Simplicio e Giacomo Gori e Andrea Moroni, titolare della ditta spezzina Moroni Navi nonchè studente laureando in Ingegneria Nautica. Il fine di Opera Viva è quello di tenere viva la cultura della nautica e quella del mare attraverso oculate attività di progettazione, di restauro e/o refitting secondo logiche di sostenibilità. Carlo Sciarrelli ha poeticamente definito la barca come “una cosa fatta per galleggiare che ha l'anima”. L’anima è delicata, non va offesa, va conservata e, quando possibile, salvata.
 
I-disegni-del-gozzo-Pexino-5UN ALTO LIVELLO DI SOSTENIBILITA’
Dal punto di vista ambientale il recupero di barche d’epoca, o semplicemente vetuste, ha un alto livello di sostenibilità: recuperare una barca significa evitare di dovere smaltire un'imbarcazione e di costruirne una nuova (che per quanto ecosostenibile avrebbe comunque un'impronta). Inoltre, come logica progettuale, l’utilizzo di materiali (vernici, resine collanti, ecc.) e motori a basso impatto ambientale consente l'accesso a zone protette e parchi marini.
Questa attività, in continuità con il corso di studi dei suddetti, è stata un’occasione per approfondire la conoscenza delle imbarcazioni toccandole con mano e, soprattutto, una concreta esperienza professionale che Opera Viva spera di ripetere: nelle intenzioni c’è la volontà di fare impresa nel settore e il gruppo sta definendo la forma societaria più opportuna da assumere.
E' stata eseguita un’attenta programmazione economica che ha previsto la redazione di un business plan, la ricerca di sponsor, la gestione commerciale dell'operazione in genere e delle pubbliche relazioni (rapporti con la stampa, sito Internet, ecc.) e quanto altro poteva essere utile al buon esito del lavoro. In funzione della risposta di mercato e dei vari feedback riscontrati, l’attività è proseguita. SPEDIA SpA (Agenzia per lo sviluppo economico locale - La Spezia) ha dato supporto a questa fase del lavoro e patrocinato l’operazione.
 
La-carteggiatura-completataLA SCELTA DELLA BARCA
Le prime ipotesi di lavoro sono state su imbarcazioni a vela. Fin dall’inizio per il gruppo Opera Viva era importante eseguire un restauro eco-compatibile. Questo, nelle loro intenzioni, consentiva di essere innovativi e quindi appetibili sul mercato.
La prima barca valutata è stata Arcangelo, un 6 metri S.I. (Stazza Internazionale) del 1923 che però era in condizioni davvero pessime. E' stata poi la volta di Hera, una barca a vela barca del 1946 molto bella, ma poco adatta al progetto per ragioni commerciali.
Con un approccio legato alla sostenibilità ambientale è stata conseguenza naturale affrontare l’ipotesi di una motorizzazione ibrida eco-diesel. Si è passati così all’ipotesi motoscafo d’epoca a motore. Ne sono stati visti alcuni molto belli, valutati insieme ai relatori affinchè potessero essere di interesse sul mercato delle barche d’epoca. Tra queste due barche di Renato “Sonny” Levi, due Settimo Velo Canav (1965-1966) e successivamente un Baglietto Elba degli anni Sessanta. Da un’analisi più approfondita del problema è stata evidenziata la problematica legata al peso eccessivo della motorizzazione ibrida e al relativo pacco di accumulatori necessario.
 
IL GOZZO PEXINO
Si è presentata l’opportunità di un gozzo. È stato trovato in stato di abbandono in un cantiere nautico. Si tratta di un gozzo Pexino (pronunciato ‘pescino’) a vela lungo 9 metri del 1965, una barca elegante e con bellissime linee d'acqua, eccellenti doti di marinità, per chi ama il mare e l’andar per mare. Una barca autoctona, tipicamente ligure, che si è voluta legare alla cultura marinara del territorio che l’ha ospitata. Il confronto fra tradizione (gozzo Pexino) e innovazione (restauro sostenibile con motorizzazione ibrida) è risultata inoltre estremamente interessante per ARIE (Associazione per il Recupero delle Imbarcazioni d’Epoca), che ha dato il suo patrocinio.
 
L-ingresso-in- Arsenale-del- gozzo-PexinoDENTRO L’ARSENALE DELLA MARINA
Gli interventi sulla barca sono stati eseguiti presso l'Arsenale della Marina Militare della Spezia. Il gozzo è stato cantierizzato all'interno dell'Arsenale giovedì 2 maggio 2013, dove l'Università gestisce uno spazio di lavoro. Prezioso è stato il coinvolgimento di Andrea Moroni, maestro d'ascia e titolare della Ditta Moroni che da tre generazioni lavora sulle navi di legno della Marina Militare. Andrea è sempre stato in grado di dare un supporto ineguagliabile riguardo la qualità delle lavorazioni.
 
Il-primer-protettivo-nei-comentiGLI INTERVENTI ESEGUITI
Sono state smontate tutte le parti rimovibili per la valutazione capillare delle condizioni dei legni e per le successive fasi di lavorazione. La barca è stata subito sottoposta a scansione laser in modo da avere un rilievo esatto da poter elaborare. Le strutture sono risultate essere in ottime condizioni. E' stata ripresa solo una zona all'estrema prua del trincarino. Il fasciame era in ottime condizioni. I comenti, allargati a causa delle permanenza fuori dall'acqua, sono stati ripuliti, le calafature rifatte. E' stato eseguito un ciclo completo di trattamento del legno sia all'esterno che all'interno dell'imbarcazione. Le fughe del ponte di teak sono state completamente ripulite e successivamente ri-gommate. E stata eseguita una impiallacciatura nuova della tuga (piallacci in mogano dello spessore di 7 millimetri).
 
Al-Salone-di-Genova-2013-4IL ‘PESCINO’ IN CERCA DI ARMATORE
Al momento della pubblicazione di questo articolo si è in attesa del sistema di motorizzazione ibrida da circa 70 cavalli, ancora da installare. L'armo velico sarà invece eventualmente riprogettato e rifatto secondo le esigenze dell'armatore entrante, così come gli interni.
Il lavoro in oggetto è stato presentato anche al Valdettaro Classic Boats 2013, al Salone di Genova 2013 (dove la barca è stata fisicamente ospitata), alla Festa della Marineria di La Spezia 2013.
I supporter dell'operazione sono stati: Camera di Commercio La Spezia, Dixplay, Gemignani, Hyntesys, Lucchi R., Magnino, Moroni Navi, Promostudi La Spezia, RGM, Spedia Spa, Studio Area 3D e lo Studio Faggioni, correlatore nella tesi, prezioso collaboratore e dispensatore di suggerimenti.
Il gozzo Pexino in oggetto sta cercando un armatore.
 
CONTATTI
Pagina Facebook            OPERAVIVA
Rocco Caprara               roc.caprara@libero.it
Alarico Di Girolamo         alarico.digirolamo@gmail.com
Roberto Di Simplicio       roberto.disimplicio@gmail.com
Giacomo Gori                 giacomogori@hotmail.com
Andrea Moroni               dittamoroni@libero.it

 

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