Lunga e stretta, elegante e marina. Recuperata in Inghilterra nei primi anni Novanta, Vanda ha attraversato il Monte Bianco su un camion per essere trasferita a Fiumicino, dove per cinque anni ha subito un restauro integrale
di Filippo Minozzi e Livia Piccioni – Luglio 2011
VANDA, LA SUA ‘CASA’ A FIUMICINO
Vi è mai capitato di passeggiare a Fiumicino lungo il fiume Tevere? Probabilmente a molti di voi no ... eppure qui dove il mare non è blu, i cantieri spesso non hanno bagni, segreterie o guardiani e non si sa a chi chiedere informazioni, troverete barche di ogni genere, lunghezza e forma. Oggi vi raccontiamo la storia di una di loro: Vanda ... per molti la barca dello zio Alfred.
UN PROGETTO DI ALFRED MYLNE
Alfred Mylne (1872-1951) è un noto yacht designer scozzese, che insieme a William Fife e all’architetto Peter Nicholson ha cambiato la storia delle barche a vela. All'età di 24 anni, dopo vari anni di apprendistato, egli fondò la Mylne & Co. In pochi anni le sue barche, ricorderete Octavia, si piazzarono ai primi posti delle regate. Nel 1932 fece costruire Vanda presso il cantiere Bute Slip Dock per suo uso personale, poi varata nel 1934, ma ben presto fu venduta ad un entusiasta compratore. Fino a qualche anno fa rimase nascosta dietro un rimorchiatore di ferro e se ne poteva scorgere solamente il suo boma lungo 6,50 metri.
DALL’INGHILTERRA A FIUMICINO
Impossibile osservare Vanda senza innamorarsene, le barche in legno non sono semplici oggetti di lusso come molti di noi potrebbero pensare, hanno bisogno di cure e non poche attenzioni. Dopo avere navigato in Inghilterra, e non sappiamo in quali altre acque, nel 1992 venne trasferita da Falmouth, passando per il Monte Bianco, fino in Italia a Fiumicino. Qui venne restaurata completamente per cinque lunghi anni. Nel corso del tempo ha subito non poche modifiche rispetto al progetto originale, che non le hanno comunque impedito di mantenere il suo charme.
SALIAMO A BORDO
12,50 metri di fasciame di mogano, ponte in teak, winch in bronzo, il tutto a meno di un metro dall'acqua. Nonostante questa lunghezza, Vanda è larga solo 2,80 metri. Qualche gradino e siamo sottocoperta. Qui non vi è nulla che non sia stato curato nei minimi dettagli, come fossimo ancora negli anni Trenta. La plastica non esiste: gli oblò sono in vetro, i lavandini in bronzo e i porta piatti in legno. Ci sono quattro posti letto, la cucina a scomparsa, il carteggio e un piccolo bagno alto 1,20 metri, separato da una paratia in quercia originale.
L’USCITA IN MARE
Il timone è costituito da una barra in legno. Grazie a una randa di 60 metri quadrati, in pochi istanti come se ci si trovasse su una deriva. Vanda sbanda sottovento, con 10 nodi di vento naviga a 7 ... nulla da invidiare ai più moderni yachts. L'armo è in alluminio, il che consente di affrontare situazioni di vento e mare più intensi. Le volanti, ovviamente presenti, fortunatamente non sono strutturali. La barra è molto dura, il timone non è compensato e sembra quasi di avere in mano il boma di un windsurf. Si percepisce ogni minimo spostamento.
In navigazione a motore risulta finalmente chiaro quanto ricordava spesso Drake Sparkman: “Le barche sono progettate per andare avanti a vela e non indietro a motore”. Vanda monta infatti un motore Farymann bicilindrico aggiunto negli anni Sessanta, disassato, il che non rende facile andare avanti dritto e veramente difficile andare in retromarcia.
VANDA CERCA ACQUIRENTE
Vanda è ancora lì a Fiumicino dove nel 1992 è stata completamente restaurata, non più nascosta dietro il rimorchiatore ma in prima fila pronta a salpare in qualsiasi momento, per crociere o regate per barche d'epoca e classiche. L’attuale armatore è disponibile a cederla ad un nuovo eventuale proprietario, che desideri prenderesene cura e continuare a mantenerla in perfetta efficienza.
VISITA IL SITO
www.vanda1934.com
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