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Janèga, "nozze" d'argento per la Passera di Sciarrelli

Janèga è il progetto numero 90 del triestino Carlo Sciarrelli, il mago della progettazione di scafi classici scomparso nel 2006. La barca, varata nel 1990, nel 2015 festeggia le sue “nozze” d’argento. La costruzione è ispirata alle passere lussignane e alle lance di servizio dei velieri del Settecento. Lunga 7 metri, è realizzata in fasciame di mogano, ha l’armo a cutter aurico, nessun winch, il cordame in canapa e le bigotte in legno santo. Quarta di una serie di barche gemelle, rispetta in pieno lo Spirito della Tradizione, riconoscimento attribuitogli in occasione di una edizione della Barcolana Classic. Janèga naviga a Trieste.

Di Paolo Maccione - Luglio 2015
Fotografie Archivio Barche d'Epoca e Classiche e Paolo Maccione

Janèga, uno Sciarrelli 'doc'

Janèga Foto Maccione 1Nell’elenco delle imbarcazioni disegnate dal triestino Carlo Sciarrelli, l’indiscusso maestro della progettazione di scafi classici scomparso nel 2006, Janèga è una di quelle con l’asterisco, cioè una di quelle considerate dal progettista importanti e ben riuscite. Anzi, osservando meglio copia della famosa ‘striscia’ riportata a pagina 15 della pubblicazione “Carlo Sciarrelli – Architetto del mare”, di asterischi sembrano essercene addirittura due. Janèga, varata nel 1990, suo progetto numero 90, rappresenta secondo il Maestro l’evoluzione di una passera lussignana, con uno sguardo ai disegni delle lance di servizio dei velieri di fine Settecento e inizio Ottocento, già descritti sul noto volume “Architectura Navalis Mercatoria” di Fredrik Chapman. Di questa serie di imbarcazioni progettate da Sciarrelli fanno parte anche San Nicolò, costruita nel 1983 dal cantiere triestino Frausin, Arzanà del cantiere Petronio di Trieste (lo stesso che ha costruito Janèga) e Ariel, autocostruita nel 2011 dal maestro d’ascia Mario Mallardi presso il Cantiere Navale Alto Adriatico di Monfalcone. Petronio ha iniziato la carriera come carpentiere navale presso lo squero di San Bernardino a Pirano, in Istria, dove è nato. Successivamente ha lavorato a Trieste da Craglietto (ai tempi del Guia, quello in legno con il quale il noto industriale milanese ha compiuto il primo giro del mondo) e infine si è messo in proprio.

Il primo proprietario

Il primo proprietatio di Janèga è stato Gianfranco Rizzi, padre del “famoso” Stefano con all’attivo vari Giri d'Italia a Vela, un Giro del Mondo con Paul Cayard e due Coppa America come tailer di "Luna Rossa" e di "+39". Personaggio schivo e laborioso, nel ’90 ha portato la barca a S. Giorgio di Nogaro e l’ha quasi tenuta nascosta, curandola personalmente in un modo che stava a metà fra il maniacale ed il semplicistico. Comunque ha armato Janèga in modo ultra tradizionale, con il cordame in canapa, secondo il vecchio stile e con bozzelli di legno in numero minimo indispensabile. Nessun winch. Le bigotte che fanno da attacco per le sartie sono in legno santo! Attentissimo a non fare in tutta la barca alcun buco in più dello stretto necessario. Piantare una vite nello scafo corrispondeva per lui probabilmente a piantarsela nella sua stessa carne.

Il nomeJanèga Foto Maccione 3

Gianfranco Rizzi ed Arrigo Petronio, chiacchierando durante il periodo di costruzione dello scafo, scoprirono di esser stati entrambi imbarcati, pur in periodi diversi (Petronio negli anni Cinquanta, Rizzi nei primi anni Sessanta), sulla stessa petroliera norvegese, a nome Janèga. Per Rizzi era stato il primo imbarco ed ecco come venne scelto automaticamente il nome. Una curiosità. L’armatore norvegese Anders Jahre di Sandefjord, personaggio molto importante nel mondo navale già negli anni Trenta, a partire dagli anni Cinquanta usò dare alle sue navi strani nomi “femminili” che iniziavano per Ja…: Jalinga, Jaranda, Jaragua, Janita, Janega, Jalanta, Jakinda, Jamunda, … e così via per almeno una trentina di casi.

Storia di un 'colpo di fulmine'Janèga 4

Il triestino Nicolò Trani, campione italiano di Soling nel 1973, proprietario di Janèga insieme all’amico Ugo Traversa, racconta come è nato il desiderio di possedere questa barca. “Siamo nel 2007. Nella bacheca della Società Triestina della Vela vedo la foto di Janèga all’ancora ed il relativo annuncio di vendita. E’ un colpo di fulmine. Rappresenta tutto quello che ho sempre fantasticato pensando all’ oggetto a vela dei miei sogni. Approfondisco, scopro che è una replica del progetto n° 90 di Sciarrelli ed è stata costruita fra l’89 e il ‘90 da Arrigo Petronio, mago fra i mastri d’ascia triestini. Vado a vederla a San Giorgio di Nogaro, è magnifica, ben tenuta, 7 metri di una grazia classica che rapisce, semplice e pura, non un winch, non uno stopper, bozzelli di legno, cordame ritorto, bigotte in legno santo ….

Non sono ancora pronto, mi sembra un capriccio troppo grande. Passano sei mesi a rimuginare. Qui a Trieste c’è stata durante l’inverno la mostra su Sciarrelli, ho visto il progetto ed il modello di San Nicolò, la prima barca di questa ‘famigliola’. Ho letto ciò che Sciarrelli stesso scrisse nella Lectio Magistralis in occasione della sua laurea honoris causa.

Janèga 2L'uscita di prova con 'borino'

Nicolò è sempre più attratto da Janèga. “Cerco aiuto. Ne parlo con Ugo, amico sincero dai tempi dell’università, compagno fidato di tante regate e di tante crociere. Lui se ne entusiasma ancor più di me. Torniamo a vederla, passano altri mesi. Nel frattempo io vado in pensione. Siamo sempre più vicini al momento clou. Facciamo una gradevolissima uscita di prova con borino al traverso che fa correre Janèga con una scioltezza che emoziona. Questa uscita resterà nella nostra storia. Gianfranco Rizzi, che ne è il proprietario da sempre, che l’ha desiderata e l’ha curata, che ormai non la usa quasi più, l’ha messa in vendita, ma in cuor suo forse spera di non doverla vendere mai.

7 metri di barca e un boma lungo 6,30 metriJanèga 5

Nell’ottobre del 2008 si concretizza l’acquisto. Nicolò e Ugo diventano i nuovi proprietari. “Janèga è nostra. Passa un lungo inverno e finalmente cominciamo ad uscire ed a godercela in lungo ed in largo. Cominciamo a conoscerla ‘intimamente’, sia dal punto di vista dell’attrezzatura, che dal punto di vista velico. Andare a zonzo per il golfo col maestralino estivo è una goduria. Gli altri velisti quando vedono questa randa aurica ‘esagerata’ (il boma è lungo 6 metri e trenta!) vengono a salutarci e fotografarci. Facciamo anche qualche regata sociale (arriviamo secondi fra gli scafi in legno della nostra categoria) ed il raduno per barche d’epoca e la Sciarrelli Cup. Certo la bolina con bora distesa non è proprio la sua andatura, e noi probabilmente non abbiamo capito ancora molto su come portarla in tali condizioni, ma basta puggiare un po’ e lei corre che è un piacere. Infatti Janèga si difende sempre dignitosamente ed è una gioia per l’occhio e per il cuore. Alla Barcolana Classic riceviamo il riconoscimento speciale riservato a ‘L’imbarcazione che meglio interpreta lo spirito della tradizione’. Grande!

Aveva proprio ragione Sciarrelli, così si percepisce il genuino significato della parola barca, questa ‘… cosa fatta per galleggiare che ha l’anima …

Janèga - La scheda tecnicaJanèga Foto Maccione 4

Anno varo: 1990        
Progetto: Carlo Sciarrelli
Nazionalità: Italiana                                 
Cantiere: Arrigo Petronio Mastro d’ascia – Trieste (Italy)  
Armo velico: cutter aurico            
Lunghezza f.t.: 7,00 mt
Larghezza: 2,28 mt
Pescaggio: 0,86 mt
Materiale: fasciame di mogano su ossatura in lamellare                              
Dislocamento: 2,10 tonn.                   
Motore:  Vire 2 tempi - 12 cv a miscela
Superficie velica: 38 mq
Posti letto: 2
 
 
 
 
 
 

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