Storia del recupero dell’MBN 1054, motoscafo di rappresentanza imbarcato con funzioni di ‘lancia del Comandante’ sull’Incrociatore Vittorio Veneto della Marina Militare. Oggi la barca, restaurata dal veneziano Corrado Scrascia presso il Cantiere Vento di Venezia, naviga ed è in perfetto stato di conservazione. Il proprietario è disposto a cederla ad un nuovo appassionato armatore, amante delle barche in legno che hanno fatto la storia del naviglio della nostra Marina.
Di Corrado Scrascia – Ottobre 2012
Fotografie di Corrado Scrascia e Paolo Maccione
UNA BARCA, UN BOCCAPORTO E UN AMORE A PRIMA VISTA
Sin da quel giorno di settembre del lontano 1970, quando, al termine di una festa a bordo dell’incrociatore Giuseppe Garibaldi, nave Ammiraglia della nostra Squadra Navale, che alzava l’insegna a tre stelle di Giuseppe Rosselli Lorenzini, ed eccezionalmente alla fonda nel bel mezzo del Bacino San Marco a Venezia, ebbi l’occasione di salire con mio padre e due gentili signore, alle prime luci dell’alba, sul motoscafo che doveva riportarci al molo, ebbi modo di notare l’assoluta bellezza dell’imbarcazione che mi ondeggiava sotto i piedi. Sarà per i fumi dell’alcool, copiosamente assunto nel corso della festa, per l’euforia dei balli sfrenati che si erano protratti per tutta la notte, per l’assoluto divertimento di aver dovuto aiutare con una robusta … retro spinta, lo sbarco di una delle nostre accompagnatrici, tanto voluminosa da rimanere incastrata nell’angusto spazio del boccaporto di poppa, o semplicemente per quella misteriosa scintilla che caratterizza l’esplodere degli amori a prima vista, sta di fatto che la pilotina del Comandante del Garibaldi, perché di questa si trattava, mi era rimasta impressa nella mente. E ogniqualvolta, negli anni successivi, ebbi l’occasione di visitare uno dei nostro grandi incrociatori, il mio sguardo vagava subito sulle imbarcazioni alate a bordo, alla ricerca di quelle meravigliose linee d’acqua e di quelle due cabine candide che tanto mi avevano stregato.
LA ‘LANCIA DEL COMANDANTE’ AL SERVIZIO DEGLI INCROCIATORI
L’oggetto del mio innamoramento era un motoscafo di rappresentanza, imbarcato sino a pochi anni fa sulle nostre navi militari di maggior tonnellaggio, come appunto l’incrociatore lanciamissili Giuseppe Garibaldi (D 551), l’Andrea Doria (D 553), il Caio Duilio (D 554) ed infine il Vittorio Veneto (D 550) e usato perlopiù come lancia del Comandante. E che il mio amore fosse stato ben riposto e giustificato lo dimostrano le origini e la storia di questa imbarcazione.
COSA SIGNIFICA MBN?
Nata, come le altre tre o quattro gemelle, dalla prestigiosa esperienza dei maestri d’ascia Picchiotti, su disegni di chiara derivazione americana (se ne vedono di simili, ma parecchio più grandi, in numerosi film statunitensi di guerra navale) forniti dalla Direzione Marittima di La Spezia, la mia innamorata vede la luce nel 1964, in quel cantiere di Limite sull’Arno che ha sfornato, sino all’avvento generalizzato e, per certi versi sciagurato, della vetroresina, centinaia di bellissime e curatissime barche, che affrontavano un lungo tragitto su strada per raggiungere il loro elemento naturale: il mare. Ora il Cantiere Navale Arno si è trasferito vicino a Livorno ma nel vecchio capannone di Limite si sta allestendo un piccolo ma prezioso museo della cantieristica in legno e del canottaggio, presso il quale ho avuto la fortuna di rintracciare, grazie alla gentilezza del signor Mario Pucci di Limite, i disegni originali della mia barca, l’MBN 1054. La sigla sta a significare che appartiene alla categoria motoscafi (M), che la sua lunghezza è compresa tra i 6 e i 9 metri (B) e che la sua alimentazione è a nafta o gasolio (N). Il numero che segue indica l’ordine di iscrizione nel registro del naviglio minore della Marina Militare.
IN SERVIZIO DAL 1964
All’atto della sua consegna alla Marina nel 1964, l’MBN 1054, che misura 8,90 metri di lunghezza e 3,25 metri di baglio massimo con un pescaggio di circa 90 centimetri, dopo un breve periodo di allestimento presso il Navalmeccanico di Castellamare di Stabia, venne destinata a bordo dell’incrociatore Caio Duilio e, successivamente, del Vittorio Veneto,dal 1991 al momento del disarmo, avvenuto nel 2003. Per un certo periodo sul Veneto trovò posto anche una sua sorella destinata a lancia del Comandante in Capo della Squadra Navale. Nel 2004 il mio amore fu notato dall’Ammiraglio Paolo Pagnottella, Comandante dell’Istituto Studi Militari Marittimi di Venezia, che la volle, insieme alla gemella MBN 1056, in Arsenale per adibirle ad imbarcazioni di rappresentanza in occasione dei Simposi delle Marine NATO che si svolgono con cadenza biennale nella città lagunare.
GLI ANNI DELL’ABBANDONO
Ma solo l’MBN 1056 venne sottoposta a notevoli lavori di restauro ed adattamento mentre la 1054, ed ora dico fortunatamente!, venne accantonata in attesa di maggiori disponibilità finanziarie, sempre più scarse nelle tasche delle nostre Forze Armate. Così la mia innamorata, per quanto intatta ed illibata, conobbe un periodo di totale abbandono, ormeggiata all’aperto lungo la banchina del Piazzale della Campanella, e raggiunta ben presto dalla sua gemella, anch’essa stritolata dalla morsa della cronica mancanza di fondi. Ricordo chiaramente la sensazione di sconforto e di struggimento che provavo ogniqualvolta entravo in Arsenale e notavo il lento e desolato ondeggiare dei due scafi, destinati al più completo disfacimento e ad una morte struggente ed ignominiosa, quale quella che accomuna tutte le imbarcazioni lasciate, per qualsiasi motivo, al loro destino. Più volte chiesi ad amici e Comandanti di poter fare qualcosa per quei gioielli abbandonati ma la burocrazia delle Pubbliche Amministrazioni non ammette eccezioni o deroghe: sino a che un oggetto è di proprietà dello Stato solo lo Stato può, o molto spesso non può, intervenire, a costo, anche, della sua completa distruzione. In seguito si potrà eliminarlo come rottame.
LA VENDITA ALL’ASTA
Immaginate la mia contentezza quando, dall’amico Francesco Bottoni, allora Direttore del Supporto in Arsenale, ebbi la notizia che la Marina aveva l’intenzione di radiare le due imbarcazioni offrendole in una asta pubblica, non considerandole più economicamente recuperabili. Iniziai subito le procedure di partecipazione all’asta, insieme al Cantiere Vento di Venezia e, dopo una sessione andata deserta, ci aggiudicammo le due imbarcazioni. E fu così che, in un caldo pomeriggio del 29 agosto 2006, abbracciato alla mia innamorata, lasciai al traino di un robusto mototopo il tranquillo bacino della Darsena Grande per il breve tragitto sino all’Isola della Certosa.
IL RESTAURO PRESSO ‘VENTO DI VENEZIA’
Non sto qui ad annoiarvi sull’entità e la complessità del restauro, nè, tantomeno, sulle ingenti risorse finanziarie che il mio amore macinava di giorno in giorno, dimostrandosi, ancora una volta, una vera ed affezionata innamorata. E qui iniziò per me, come in tutte le relazioni amorose, un crescendo di sensazioni e di emozioni, tutto teso alla ricerca di quanto possa far piacere alla propria fidanzata. Le ricerche si estesero agli Arsenali di Taranto e Spezia, interessando amici che avevano avuto modo di frequentarla e che potessero concorrere alla maggiore conoscenza del carattere della mia bella, dei suoi colori preferiti o della marca migliore di cosmetici per il suo maquillage. Basti pensare che l’MBN 1054 fu completamente smontata, sbarcate le due originalissime cabine di alluminio chiodato, il cui strato di stucco e pittura, accumulato nel corso della sua quarantennale carriera, raggiungeva, in certi punti, i tre centimetri di spessore, ed il motore, un indistruttibile Iveco Aifo SRM 8361 turbo compresso da 8100 cc. di cilindrata e 270 cavalli di potenza, in barba ai quali, però, la barca raggiunge a stento i 14/15 nodi.
LA RICERCA STORICA E IL RECUPERO FILOLOGICO
Smontati anche tutti gli interni, dai paglioli ai sedili e a tutta la ferramenta di coperta, avviata ad una doppia cromatura presso una ditta specializzata di San Bonifacio di Verona. La mia ricerca portò al ritrovamento dei due remi di servizio, delle lunghe gaffe, tante volte usate nelle caratteristiche forme di saluto marinaresco, dei salvagente azzurri con la scritta “Incrociatore Vittorio Veneto”. Da un originale gentilmente prestatomi dall’amico Ammiraglio Franco Favre, che proprio sull’ MBN1054, nel 2002 lasciò il comando del Veneto, feci rifondere i Crest che, dopo una provvidenziale doratura, avrebbero ornato gli scudetti sulla prua della barca. Ripristinata anche sulla cabina di poppa la tipica cassetta illuminata all’interno e recante il nome della nave di destinazione: “V. Veneto”. Fu un periodo esaltante e di grande soddisfazione ma anche di grandi preoccupazioni e difficoltà, come sempre accade a chi vive una travolgente passione, ma dove, con il passare dei giorni, si avvicinava sempre più il momento in cui io e lei avremmo ripreso finalmente il mare.
IL NUOVO VARO NEL 2008
Ed il grande giorno arrivò il 17 maggio del 2008. Una piccola folla si accalcava quel pomeriggio sul pontiletto, bagnato a tratti da una leggera pioggerellina, innanzi alla tesa motoscafi in Arsenale. Francesco Bottoni, Alberto Sonino e le maestranze che avevano collaborato al restauro, Franco Favre e la figlia Sara, gentilissima Madrina del varo, Piero Picchiotti, figlio dell’allora titolare del Cantiere Navale Arno, Mario Pucci del Museo di Limite, numerosi amici della Compagnia della Vela ed amanti delle imbarcazioni d’epoca ed, infine, Padre Manuel, Cappellano della Marina, che, dopo alcuni brevi discorsi dei protagonisti presenti, impartì la benedizione alla mia rinata innamorata, che avrebbe dovuto subire, di li a poco, il primo trauma della sua nuova vita: il secco impatto della bottiglia di spumante, infranta dalla brava Sara sul suo musone di acciaio a prua. Quando le tante volte ripetute parole della Preghiera del Marinaio uscirono dalle mie labbra, feci veramente fatica a trattenere la commozione. Tutti i ricordi della vita passata vicino alla nostra Marina riempirono di colpo la mia mente e mi sembrò di scorgere la figura di mio padre Antonio, Maggior Generale Commissario, osservare benevolmente la scena dalle vicine finestre della allora Direzione di Commissariato. E rivissi in un solo istante l’intensa emozione della breve crociera di quel lontano 1970, da bordo del Garibaldi al molo San Marco, che aveva dato inizio a questa avventura, meravigliosa ed appassionante come devono essere tutte le vere storie d’Amore.
LA RICERCA DI UN NUOVO ARMATORE
Oggi la MBN 1054 è in vendita. E’ quasi superfluo aggiungere che solo un vero cultore, appassionato di storia navale, potrà essere degno di possedere una rara imbarcazione come questa.
GALLERY
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il restauro della MBN 1054 presso il Cantiere Vento di Venezia
Il Vittorio Veneto alla fonda. La MBN 1054 è dietro il fumaiolo prodiero
In Canal Grande
In navigazione
La consegna alla Marina Militare, avvenuta nel 1965
La consegna alla Marina Militare, avvenuta nel 1965
La pilotina MBN 1054 ormeggiata presso il Circolo Ufficiali di Venezia
La targa con la portata massima
La tuga in alluminio chiodato
La tuga in alluminio chiodato
La tuga in alluminio chiodato
Uno dei salvagente di bordo
Vista laterale presso il Cantiere Vento di Venezia
Vista laterale presso il Cantiere Vento di Venezia
Corrado Scrascia, armatore della MBN 1054