Una mostra dedicata al navigatore e esploratore Ambrogio Fogar. È quanto avvenuto dall’11 al 20 dicembre 2015 presso la storica sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Milano, in zona Darsena. L’esposizione, curata dal decano dei giornalisti nautici italiani Eolo Attilio Pratella, è stata patrocinata dal Comune di Milano, che presto intitolerà al famoso viaggiatore un luogo di Milano. Attraverso pannelli fotografici, libri e oggetti personali sono state ripercorse la vita e le imprese compiute da Fogar, nel decennale della sua scomparsa. Sabato 12 dicembre si è svolta l’inaugurazione ufficiale, alla presenza delle autorità, della famiglia e dei più famosi navigatori italiani degli anni Settanta e Ottanta.
Di Paolo Maccione – Dicembre 2015
Fotografie di Paolo Maccione
Ambrogio Fogar, un marinaio milanese
Si chiama “AMBROGIO FOGAR – UN MARINAIO MILANESE” la mostra allestita a Milano dall’11 al 20 dicembre 2015 presso l’ultracentenaria sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, in zona Darsena. Grazie al supporto offerto dal giornalista Eolo Attilio Pratella, portavoce e referente della famiglia Fogar, e al grande lavoro svolto dal vice presidente ANMI Donato Trevisan, i marinai milanesi hanno voluto ricordare e rendere omaggio a un loro illustre concittadino, scomparso a Milano nel 2005 all’età di 64 anni. L’inaugurazione ufficiale, alla presenza delle autorità, dell’Assessora allo Sport di Milano Chiara Bisconti, del Consigliere Comunale Alessandro Giungi e dei componenti la famiglia Fogar, si è tenuta sabato 12 dicembre alle ore 16.30 presso la sede ANMI in Viale Gorizia 9/B.
Francesca Fogar e gli storici navigatori italiani
All’inaugurazione della mostra, aperta dal Presidente ANMI Marco Scavone, hanno partecipato sia le due sorelle di Ambrogio Fogar che la figlia Francesca, emozionata e contenta per il ricordo tributato al padre. Insieme a loro tanti personaggi legati alla famiglia Fogar, da Luigi Franchini, il compagno di Liceo di Ambrogio, entrambi studenti nel 1955 presso l’Istituto A. Volta di Milano, a Alberto Rudi, il cognato che con Fogar ha attraversato l’Atlantico nel 1978. Poi una nutrita schiera di navigatori che hanno fatto la storia della vela italiana negli anni Settanta e Ottanta, da Paolo Martinoni a Corrado Di Majo, da Ida Castiglioni a Antonio Chioatto, da Carla Notarbartolo Sciara a Paolo Sironi. Il velista Franco ‘Ciccio’ Manzoli ha raccontato della sua vittoria in tempo reale alla OSTAR, la traversata atlantica in solitario vinta nel 2005 a bordo di CotonellaTri, unico italiano nella storia ad aggiudicarsi il prestigioso trofeo. Tra il pubblico anche il velista italiano Salvatore Mantaci, che invece si appresta a compiere una doppia traversata Atlantica in solitario sul suo CBS Serenity lungo 10,60 metri (www.oceanotaraballa.blogspot.it). Il vicedirettore del Corriere della Sera Giangiacomo Schiavi ha raccontato le emozioni provate durante i suoi incontri con Ambrogio Fogar nel periodo in cui rimase paralizzato per ben 13 anni.
La consegna della Blue Ensign
L’attuale presidente della Lega Navale Italiana sez. di Milano, Federica Manoli, ha ricevuto in dono direttamente dall’Ammiraglio Pietro Caricato, ex Presidente dell’ANMI milanese, la Blue Ensign del Royal Yacht Club of England. Questa bandiera onorifica con la corona della Regina d’Inghilterra era stata consegnata nel 1976 a Plymouth dal Com. R.N. Lloyd Foster a Eolo Attilio Pratella e Sergio Malingher in riconoscimento dell’opera svolta in Italia presso la Lega Navale di Milano per organizzare e portare in Inghilterra il gruppo dei partecipanti navigatori solitari e il numeroso pubblico italiano alla edizione del 1976 della OSTAR (Ocean Singlehanded Transatlantic Race).
Una vita tra mare, ghiacci e deserto
La vita avventurosa di Ambrogio Fogar inizia nel 1972 quando, a bordo della barca a vela di 11 metri Surprise, partecipa alla OSTAR, celebre transatlantica per solitari lungo la rotta Inghilterra-Stati Uniti. Onorevole il suo piazzamento, anche considerata un’avaria al timone che non potè utilizzare per quasi tutta la traversata. Tra il 1973 e il 1974 riparte per il giro del mondo a vela, sempre in solitario, da Est verso Ovest. Storico il passaggio di Capo Horn del gennaio ’74, che avviene in senso contrario rispetto ai venti dominanti. In quella occasione Fogar espone a poppa uno striscione paraspruzzi con la scritta “Città di Milano”. Nel 1978 si verifica il tragico affondamente del suo Surprise nell’Atlantico del Sud, causato da un’orca marina. Rifugiatosi sulla zattera di salvataggio con l’amico e compagno di viaggio, il giornalista Mauro Mancini, vengono entrambi salvati da una nave greca dopo 74 giorni alla deriva. Mancini muore di polmonite un paio di giorni dopo.
Negli anni Ottanta Fogar tenta di conquistare il Polo Nord a piedi, insieme al cane da slitta Armaduk. Successivamente prende parte a tre edizioni del rally Parigi-Dakar e a tre Rally dei Faraoni. Nel 1992, durante la partecipazione alla Parigi-Mosca-Pechino, in seguito al capovolgimento della sua Range Rover si frattura la spina dorsale. Da quel momento rimane quasi completamente paralizzato. Questo non gli impedisce, nel 1997, di compiere il giro d’Italia in barca a vela su una sedia a rotelle basculante. Ambrogio Fogar muore di infarto a Milano il 24 agosto 2005.
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Un uomo di comunicazione
“Fare, ma anche fare conoscere”. Sembrava questo il motto che ha animato Ambrogio Fogar per gran parte della sua vita. Tra i libri realizzati “Il mio Atlantico”, “400 giorni attorno al Mondo”, “Messaggi in bottiglia”, “L’ultima leggenda” e “La zattera”. Appassionato divulgatore diede vita a fortunate trasmissioni televisive come “Campo base” e “Jonathan, dimensione avventura”, durante le quali coinvolse i telespettatori in viaggi e scoperte nei luoghi più remoti del globo.
Una via intitolata ad Ambrogio Fogar
Navigatore, esploratore, scrittore, documentarista, viaggiatore, conduttore televisivo. Ambrogio Fogar nella sua vita è stato tutto questo, al punto da essere nominato Commendatore della Repubblica Italiana e avere ricevuto sia la medaglia al valore marinaro che la Medaglia d’Oro alla memoria, conferitagli nel 2015 dal Comune di Milano. L’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, accogliendo le istanze della marineria milanese, sta operando affinchè venga accolta la proposta di intitolare una strada o un sito ad Ambrogio. A tale proposito, in considerazione della sua esemplare storia umana e per la grande forza e dignità con cui seppe affrontare la condizione di grave infermità, è stata già sottoposta al Sindaco e alla Giunta l’ipotesi dell’intitolazione. In occasione della mostra il Consigliere Comunale Alessandro Giungi e l’Assessora allo Sport di Milano Chiara Bisconti hanno annunciato che presto verrà intitolato un luogo a Milano dedicato a Ambrogio Fogar, con ogni probabilità i giardini prospicienti la sede dell’ANMI in zona Darsena. L’ANMI di Milano contribuirebbe così a onorare e restituire alla memoria collettiva la figura di un milanese distintosi a livello internazionale.
L’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, sez. di Milano
La sezione milanese dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia è stata costituita ufficialmente l’11 febbraio 1911. L’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, è la libera unione di coloro che sono appartenuti o appartengono senza distinzione di grado, alla Marina Militare e che, consapevoli dei propri doveri verso la Patria, intendono mantenersi uniti per meglio servirla in ogni tempo. Oltre ai gruppi ANMI sparsi in tutta Italia sono presenti delegazioni estere in Australia, Brasile, Canada, Germania e Stati Uniti. Gli associati in tutto il mondo sono circa 40.000. L’attuale Presidente dell’ANMI di Milano è il Dott. Marco Scavone, già Ufficiale di Complemento della Marina Militare.
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