Nel 2013 il gozzo sorrentino a vela latina Delfino, uno dei più grandi attualmente naviganti, compie 65 anni. Concepito per la pesca, in passato è stato utilizzato anche per il contrabbando costiero. Nel 2005 la barca, lunga 10 metri, è stata salvata da sicura distruzione e sottoposta a un restauro filologico compiuto dal maestro d’ascia Giovanni Cammarano di Marina di Pisciotta. Oggi continua a navigare nella zona di Napoli, dove partecipa alle regate riservate alle imbarcazioni a vela latina.
A cura della redazione – Luglio 2013
Fotografie di Angelo Gentile
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La storia del gozzo a vela latina Delfino è bella e affascinante per l’intreccio di passioni umane e contesti storici che ne hanno determinato la nascita e consentito la sua navigazione nel tempo. L’imbarcazione è stata varata nel 1948, in un periodo storico, quello del dopoguerra, fatto di passata disperazione, penuria di risorse economiche e materiali, ma ricco anche di speranza di riscatto politico, economico e morale dell’Italia. Il gozzo è stato costruito dal cantiere Aprea di Sorrento, presumibilmente da Antonino Aprea dell’omonima famiglia di affermati maestri d’ascia disseminati da Castellammare di Stabia a Torre Annunziata. Fino al 1955 si sa soltanto che era iscritta a Napoli per poi passare a Salerno, dove da scafo da lavoro è diventata barca da diporto, con conseguente perdita del suo armo a vela latina. Fino agli anni Novanta si sono succedute due coppie di armatori salernitani, oggi scomparsi, e poi un altro armatore che ha trasformato Delfino adattandola all’uso crocieristico.
LA DECADENZA E LA RINASCITA
A partire dall’anno 2000, causa l’onerosità di gestione e la necessità di lavori di ristrutturazione, è iniziato un periodo di decadenza e successivo deterioramento, culminato nel 2005 nella decisione dell’ultimo proprietario di disfarsene. La barca è stata salvata dall’ultimo e attuale armatore, Alberto Senatore di Salerno, che con dedizione e ostinazione ha portato a termine il gravoso restauro filologico e il ripristino del vecchio armamento a vela latina. Il restauro di Delfino è stato eseguito dal maestro d’ascia Giovanni Cammarano di Marina di Pisciotta, mentre le vele sono state realizzate dal velaio Filippo Aurora e la motorizzazione dal meccanico Giovanni Avallone. Preziosi e amorevoli consigli sono giunti dalla comunità degli appassionati della vela latina, che hanno accompagnato il procedere dei lavori di restauro.
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Delfino la si può ritenere una barca fortunata, solo per il fatto di essere giunta fino ai giorni nostri. Generalmente il gozzo sorrentino a vela latina non supera il canone di lunghezza degli otto metri. Perchè i suoi dieci metri di lunghezza? Tante le motivazioni, a partire da quella che nell’immediato dopoguerra i pescatori fossero intenti ad abbandonare i remi e la vela in favore di una motorizzazione che garantiva velocità, riduzione dei tempi di pesca e diversificazione del lavoro, fatto non solo di ricerca e raccolta del pesce. Le rinate speranze di vita del periodo post-bellico e la richiesta di una barca più grande e più larga, che consentisse di fare sia il pescatore che il contrabbandiere, hanno creato quel mix di condizioni compatibili con il desiderio di avere una barca più grande. In verità i pescatori sono sempre stati anche un pò contrabbandieri.
Del resto, se il commercio del sale offriva scarsi guadagni, quello della benzina e dell’olio garantiva invece introiti ben più elevati. Ecco perchè Delfino in passato ha svolto attività piratesca.
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DELFINO OGGI
Oggi Delfino è fra i più antichi e sopravvissuti gozzi a vela latina e tra i più grandi che si possano contare sulle dita di una mano. Possiede una sua indiscussa bellezza ed è tra i più rappresentativi per finezza di linee e tipologia di restauro. Questa barca rappresenta un eccellente testimonial del Made in Italy e della Campania, simbolo eterno del Mediterraneo, e in futuro vorrà sempre più assumere il ruolo di ambasciatore di pace tra le rive del Mediterraneo. Il suo continuare a navigare deve essere interpretato come un segnale che la conservazione dei beni storici galleggianti rientra a pieno titolo nella meritoria attività di difesa del patrimonio marittimo nazionale. Auguri Delfino!